Da Fanano per la Via Romea e i Monti della Riva
Questo trekking è stato veramente interessante sia sotto l’aspetto antropologico che storico senza nulla togliere all’aspetto naturalistico che ne ha costituito il meraviglioso contorno.
E’ un percorso che non offre alcuna difficoltà in termini di esposizione, è comunque impegnativo sia per la durata che per i dislivelli che bisogna affrontare sia in salita che in discesa (soprattutto in discesa i piedi gridano vendetta).
Dati tecnici:
Data del Trekking: 22 aprile 2017
Distanza percorsa: 21 Km al netto di una deviazione per i laghetti e 2 fuori percorso (totale 24 Km)
Tempo : 10,30 ore compreso pause, pranzo e deviazioni varie
Quota minima: 525 mt
Quota max:1500 mt
Dislivello in salita totale:1569 mt
Dislivello in discesa totale: 1573 mt
Itinerario: Fanano – CAI 411 – Piagge – La Sega – Ospitale – Ca Palai – Ca di Cecchino – Pian Castagnolo (fuori sentiero) – CAI 445 – Passo della Riva – CAI 401 – Lago Pratignano – CAI 407 – Caselle – Ca de Fuochi – Due Ponti – Fanano
Note: Tutto il percorso è ottimamente segnato.
Lungo la Via Rome Nonantolana
Si parte da Fanano (CAI 411) percorrendo un lungo tratto dell’antica Via Romea Nonantolana che attraversando la valle dell’Ospitale costituisce un tracciato medioevale che collegava la Pianura Padana, ai valichi appenninici per poi raggiungere Roma.
Percorsa da pellegrini e da antichi viandanti, spinti dalla fede o da ragioni di commercio e di scambio, questo tracciato porta ancora oggi segni evidenti e tangibili di questo affascinante passato. In alcuni tratti il sentiero è ancora lastricato con grosse pietre che lo rendevano percorribile anche nelle stagioni piovose, i margini del sentiero sono delimitati da muretti a secco che fanno da massicciata contro il franare del terreno.
Si passano antichi borghi alcuni dei quali, come La Sega con caratteristici comignoli , ristrutturati ed abitati, altri, come Cà Cecchini o Caselle abbandonati e ridotti a ruderi.
Si Passa poi per Ospitale importante centro medioevale punto di riferimento per il ristoro dei pellegrini diretti a Roma. Tutto questo tragitto è disseminato di Maestà, incastonate in ogni dove: nicchie scavate nella roccia o in muretti di confine, colonnine in pietra, o vere e proprie casette che potevano e tutt’ora possono dare riparo al viandante in caso di maltempo.
Potrei dire che il soggetto naturalistico principale di questo itinerario è stata l’acqua: tutto il percorso di andata, fino a Cà Cecchini e la conclusione a Due Ponti ha avuto come protagonista il torrente Ospitale e i suoi affluenti. Lo scrosciare dell’acqua ha costituito la colonna sonora di gran parte del cammino e non meno interessanti sono stati i numerosi ponti, ponticelli o passerelle che ho attraversato.
Verso i Monti della Riva
L’itinerario lascia, dopo Cà Ceccchini, la Via Romea (CAI 411) per raggiungere Pian Castagnolo per un sentiero non segnato ma ben evidente, un poggio dal quale si gode un bel panorama per tutta la valle dell’Ospitale fino a Fanano. Lasciato pian Castagnolo si continua e ci si riporta, solo per incrociarla sulla Via Romea (CAI 411) che lasciamo subito per continuare sul sentiero (CAI 445) che ci porterà a Passo della Riva. Si rientra dai Monti della Riva dove passava la Linea Gotica, ultimo sbarramento dei tedeschi contro l’avanzata degli Alleati. Percorriamo il crinale in direzione NORD verso il Lago Pratignano. Poco dopo saliamo su delle roccette e girando lo sguardo intorno abbiamo un bellissimo panorama verso Il crinale dal Corno al Cimone passando dal Cupolino, allo Spigolino e Passo della Croce Arcana.
Continuiamo a camminare sul crinale e il pensiero non può che andare, in prossimità del 25 Aprile, a quelle giornate di guerra, alle vittime su entrambi i fronti, alle vittime civili degli eccidi perpetrati dai nazi-fascisti. E spontanea nasce una preghiera dal fondo del cuore pensando ai momenti critici che stiamo vivendo oggi sia per il terrorismo, sia per le crisi internazionali col pericolo che possano improvvisamente scappare di mano. Un monito ai governanti delle nazioni del mondo con una memoria tanto debole da non aver nulla imparato dalla storia recente.
Arriviano al Lago Pratignano che con pochissima acqua sembra coperto completamente da vegetazione e lo si intravvede appena. Appena superato, prendiamo a sinistra una traccia su per una scarpata salendo dalla depressione nella quale si è formato il lago e imbocchiamo di fronte a noi il sentiero (CAI 407) che in ripida discesa ci porterà nuovamente a Fanano.
Subito imboccato il sentiero che in realtà è una strada forestale, subito sulla sinistra abbiamo l’indicazione per la sorgete Acqua Fredda a pochi metri. Continuiamo per la forestale, fino in prossimità di un tornante dove il sentiero lascia la forestale per inoltrarsi nell bosco in ripida discesa. Qui si rivelano fondamentali i bastoncini da trekking per alleviare lo sforzo sulle ginocchia anche a costo di rallentare di molto la discesa. Finalmente dopo una ripida e lunga discesa, il sentiero si fa meno ripido e si giunge al borgo Caselle abbandonato e ormai ridotto a Ruderi. Lo supero e raggiungo poco dopo Ca de Fuochi. proseguendo per il sentiero che ora corre quasi in piano in costa si allarga diventando una carrareccia. La si percorre ancora accompagnati dal fragore del torrente Ospitale che corre a valle. Ad un cero punto il sentiero lascia ancora la carrareccia per riprendere in discesa verso valle. Ad un’apertura della vegetazione, si ha un bel panorama su Fanano ed in basso sulla località Due Ponti, dove uniscono le loro acque i torrenti Ospitale e Fellicarolo a formare il torrente Leo.
Finalmente si giunge alla strada asfaltata in località Due Ponti. Da qui ho ripercorso l’asfaltata fino a Fanano dove avevo lasciato la macchina.
Il Tracciato: