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Da Segavecchia al Corno col sentiero Guido Ruffo e poi oltre ….

Sabato con mio figlio abbiamo fatto una bella escursione tra appennino bolognese e quello pistoiese che ci ha regalato, ampi panorami e suggestivi scorci tra faggete e abetaie ma soprattutto il bello di camminare insieme.

Si potrebbe chiamare il trekking dei rifugi: infatti partendo dal Rifugio Segavecchia, siamo passati dal Rifuguio del Montanaro, per poi arrivare al Rifugio di  Portafranca ed infine al Rifugio della Donnamorta per poi chiudere l'escursione di nuovo al Segavecchia.

Un lungo itinerario passando dai vertiginosi panorami verso la cima del Corno e Monte Gennaio mentre salivamo per la Direttissima, alle ampie distese di cime, che dal Cupolino si allungavano fino al Cimone durante la discesa al Passo dello Strofinatoio, ai suggestivi scorci del bosco che dopo il Passo del Cancellino ci hanno accompagnato per tutto il resto della giornata.

Rifigio Segavecchia

Dati Tecnici

Data Escursione : 3 giugno 2017

Il percorso:  Rifugio Segavecchia – CAI 119 fino a Punta Giorgina (3,00h) – CAI 129 fino al Paso dello Strofinatoio (00:15h) – CAI 00 fino al Passo del Cancellino (00:30) – CAI 20 fino al Passo dei Malandrni (01:10h) – CAI 3 fino al Rifugio del Montanaro (00:15) – CAI 00 e poi CAI 35 fino al Rifugio Portfranca (00:45) – CAI 5 fino ai Monti dell'Orsigna (bivio  con CAI 101) (00:25h)-  CAI 101 fino al Rombicciaio (00:10h)- CAI 143 fino al Rifugio della Donnamorta (00:45h)- CAI 111 fino al bivio col CAI 113A – CAI 113A fino al guado (bivio CAI 113) (00:55h) – CAI 113 fino al Rifugio Segavecchia (00:15h).

Durata: circa 10 ore comprensive di soste

Distanza: circa 18 Km

Dislivello in salita: 1440 mt

Dislivello in discesa: 1438 mt

Note: Certamente il tratto più impegnativo è il CAI 119 che con un dislivello di 1000 mt su un tratto di circa 3 km mette a dura prova la resistenza. A parte i due iniziali guadi che non offrono grandi problemi, l'ultimo tratto è abbastanza esposto e, anche se assistito da una fune di acciaio,richiede attenzione, piede fermo e assenza di vertigini. Arrivati in cima, tutto il resto del percorso diventa una piacevole passeggiata da fare senza fretta godendosi appieno il panorama che ti circonda.

La Traccia

 
Descrizione del Trekking

Siamo partiti dal rifugio Segavecchia col sentiero CAI 119 conosciuto come Direttissima al Corno e indicato sulle mappe come "Sentiero Guido Ruffo". Un sentiero classificato EEA con tratti attrezzati con fune d'acciaio per facilitare 2 guadi e la salita dell'ultimo tratto esposto su roccette.

Guado sul torrente

Il Cai 119, dopo due semplici guadi sul Fosso della Redicchiaia, inizia a salire ripido nel bosco con stretti tornanti e, prima di uscire all'aperto, si fa ancora più ripido tanto che risultano provvidenziali gli alberi coi quali ci si aiuta nella salita abbandonando quasi le bacchette.  Terminato il bosco il sentiero si affaccia sul ripido versante del Corno e dopo pochi passi possiamo godere di panorami che ripagano della fatica. Sulla destra abbiamo la Nuda, poi Punta Sofia con la Croce con un cupo cappello di nuvole. Sopra di noi Cima Giorgina e sulla nostra sinistra Monte Gennaio ed un'infinità di cime che fanno da contorno. Il sentiero ora è divenuto una semplice traccia che sale ripida da seguire con passo lento. Ogni tanto ci voltiamo indietro per misurare il percorso fatto e renderci conto di quanto vertiginosa sia la salita.

Di fronte a noi il costone roccioso di Cima Giorgina. Nell'ultimo tratto troviamo la breve ferrata che aiuta a superare in maggior sicurezza i punti più esposti, anche se, in alcuni tratti, si allontana dal percorso obbligandoci a passaggi non assistiti.

Ultimo tratto della Direttissima con ferrata

Finalmente, dopo 3 ore dalla partenza, compreso anche delle soste,  siamo in cima. Sulla nostra destra la Croce, di fronte a noi gli impianti di risalita aperti nella stagione invernale. Una sosta più lunga delle altre ci permette di fare uno spuntino e godere con calma di quanto ci circonda.

Punta Giorgina. Alle spalle Punta Sofia con la Croce

Riprendiamo il cammino, lasciando alle nostre spalle la Croce e proseguendo verso SUD col CAI 129 verso il Passo dello Strofinatoio che raggiungiamo in breve. Da qui proseguiamo in discesa sul CAI 00 verso SUD EST verso il Passo del Cancellino. Ignoriamo il CAI 121 che scende diretto al Rifugio Segavecchia  e lasciamo il CAI 00 che procede verso Monte Gennaio prendendo il CAI 20 che  verso SUD, in piano,  lungo un'ampia prateria porta al Passo dei Malandrini.

Verso Il Passo dei Malandrini

Alle nostre spalle godiamo ancora della vista verso il Corno. Il sentiero entra nel bosco sempre in piano e raggiungiamo la Sorgente del Cacciatore dove una targa della Sezione CAI di Pistoia poeticamente recita un verso di Antonio Paccelli: "Il viandante e il cacciator qui sosta, beve e nel silenzio guarda profonde valli ed alte cime." Proseguiamo fino al Passo dei Malandrini dove prendiamo in breve la deviazione per il Rifugio del Montanaro dove ci fermiamo per la sosta del pranzo.L'apertura di questo rifugio è garantita tutte le domeniche dell'anno a meno del giorno di Natale che cade di domenica. Qui siamo colti da un breve acquazzone e troviamo riparo nel piccolo locale sempre aperto del Rifugio.

Rifugio del Montanaro

Finito il temporale, riprendiamo il cammino e ritorniamo velocemente indietro fino al Passo dei Malandrini per poi prendere in salita  il CAI 00 in direzione del Rifugio Portafranca. Dopo aver attraversato il Passo della Nevaia arriviamo ad un bivio tra il CAI 00  col CAI 35. Qui lasciamo il CAI 00 e col CAI 35 arriviamo a breve al Rifugio. Ci fermiamo a bere. Questo rifugio è aperto ed anche qui notiamo un piccolo locale d'emergenza sempre aperto con brande, tavolo e camino. Lasciamo quindi il Rifugio prendendo il CAI 5 che in piano e sempre nel bosco ci porterà al Passo di Portafranca dove continuiamo su CAI 5 verso Monti dell'Orsigna. Al successivo bivio, lasciamo il CAI 5 e prendiamo il CAI 101 verso il Rombicciaio. Raggiunto il Rombicciao notiamo a poche decine dal sentiero il grosso faggio centenario chiamato "il fagione" e, sempre su un bel sentiero in piano nel bosco, prendiamo a NORD-OVEST  il CAI 143 che ci condurrà, con breve deviazione al Rifugio della Donnamorta

Rifugio della Donnamorta

Qui prendiamo verso NORD il CAI 111 fino al bivio col CAI 113A che in discesa, anche ripida, ci porterà al Torrente Causso che fiancheggeremo per 5 minuti per poi guadarlo su dei piedini in cemento.

Guado del torrente Causso

 

Guadato il torrente, il sentiero in rapida salita si immette sulla larga forestale che in breve ci porterà al Rifugio Segavecchia concludendo il nostro trekking.

Qui nella pace ci beviamo una birra e poi torniamo a casa.