Parco Corno alle Scale

Anello dal Dardagna ai Monti della Riva

Questo è un bellissimo trekking che, partendo da Farnè ripercorre buona parte del torrente Dardagna lungo il sentiero CAI 333 fino alle cascate. In particolare questo primo tratto offre scorci  estremamente suggestivi da dare l’illusione di essere immersi in una scenografia da favola.

Uno scorcio del Dardagna lungo il CAI 333

Arrivati alle cascate la sosta è d’obbligo per ammirare questo spettacolo. Poi si prosegue per salire sui Monti della Riva e ritornare a Farnè per il sentiero CAI 349.

Il trekking non presenta difficoltà particolare e offre grandi soddisfazioni.

Il Percorso

Farnè – CAI 333 – Cascate del Dardagna – CAI 337 – Passo della Riva – Cai 401 – Lago Pratignano – CAI 401 – CAI 349 – Farnè

Dati Tecnici

Data Escursione: 07 luglio 2018

Tempo: 06:50 compreso di soste

Percorso ad Anello: Si

Distanza percorsa: 18,68 km

Altitudine min. 593 mt

Altitudine. max 1502 mt

Dislivello in salita: 1257 mt

Dislivello in discesa:1267 mt

 

Il Tracciato

Descrizione del Percorso

Le previsioni, consultate fino alla mattina, davano sole pieno per tutta la giornata ma così non è stato.

Luca ed io siamo arrivati a Farnè verso le 08:30 e poco dopo eravamo sul sentiero che si prende seguendo le indicazioni per Laghetti. Il sentiero inizia a salire per un bel bosco e dopo qualche tornante ci troviamo nella prima borgata di Case Miglianti dove un cane inizia ad abbaiare e non ne vuole sapere di ascoltare il suo padrone che cerca di farlo tacere.

Noi salutiamo e, superata l’ultima casa ci ritroviamo sul sentiero CAI 333 che in breve ci porta a Poggiol Forato dove facciamo rifornimento di acqua rinfrescante in una bellissima fontana.

Il torrente tra la vegetazione

Poco dopo riprendiamo il sentiero che in breve si immerge in una vegetazione lussureggiante e prosegue lungo la riva destra del torrente  che scroscia in modo tumultuoso. Il rumore del torrente sovrasta gli altri.

Il sentiero risente in alcuni tratti delle recenti piogge di questa stagione “monsonica” e si è costretti a superare rivoli d’acqua che scorrono sul sentiero per buttarsi poco dopo nel torrente. Più procediamo avanti e più gli scorci che ci vengono offerti sono da favola: il torrente che scorre, la ricca vegetazione di un bel verde che il sole rende ancora più brillante, enormi massi coperti interamente da muschio, manca solo un folletto o un piccolo elfo per completare la favola.

Le cascate

Il sentiero si percorre piacevolmente e,  complice anche la leggera pendenza  arriviamo alle Cascate verso le 11:00 per nulla affaticati e ci concediamo una sosta per ammirarle con calma.

Nel fare una foto col cellulare, mi cade l’occhio sulle previsioni meteo e vedo che per le 14:30 sono previsti temporali nella zona del Corno. Poiché siamo proprio in zona e vista l’intensità dei temporali in questi ultimi giorni penso subito che la cosa migliore da fare sia prendere una deviazione del percorso per anticipare il rientro di almeno un’ora. Così invece di procedere sul 333 fino alla Baita del Sole per poi intercettare il 401 per i Monti della Riva, decidiamo di guadare il torrente poco più a monte delle cascate prendendo il CAI 337 che porta direttamente al Passo della Riva. Mai una decisione è stata più saggia come vedremo.

Il guado su CAI 337

Così, dopo aver mangiato uno spuntino e aver goduto dello spettacolo offerto dalle cascate, zaino in spalla proseguiamo risalendo il torrente con altre vedute spettacolari sulle cascate superiori del Dardagna. Lasciamo quindi il CAI 333 e prendiamo il CAI 337 che poco dopo si interrompe davanti ad un guado non assistito formato da massi affiancati. Lo superiamo con sufficiente facilità aiutati dalle provvidenziali bacchette da trekking che in questi casi mostrano tutta la loro utilità. Proseguiamo sul sentiero che in ripida salita e percorrendo inizialmente i fossi di raccolta delle acque piovane, si dirige al Passo. La pendenza poi si attenua e il sentiero diventa bello in terra battuta e in falsopiano. Ogni tanto guardo tra qualche apertura del bosco verso il cielo che continua ad essere di un azzurro assicurante. Il sole illumina il bosco e la speranza che le previsioni siano sbagliate ci conforta.

CAI 401 sul crinale dei Monti della Riva

Arriviamo al Passo della Riva immettendoci nel CAI 401 che parte dallo Spigolino e percorre il crinale che divide le province di Modena e Bologna. Di fronte a noi il CAI 445 scende nel modenese verso Capanna Tassoni.

Noi prendiamo il 401 verso nord e racconto a Luca come i Monti della Riva  sono stati teatro di guerra e come tanti sono morti per permetterci oggi di vivere una vita nella democrazia e nella libertà. La Memoria di questi eventi deve renderci aperti e solidali alle sofferenze di altre persone che cercano una vita migliore per se e per i propri figli e non deve chiuderci nella paura e nell’intolleranza verso chi è straniero o diverso.

Lo Spigolino e i Monti della Riva[/caption]

Arrivati al Cinghio di Mezzogiorno, dove la vegetazione si dirada causa il fondo roccioso si gode di un’ampia veduta verso il crinale che va da La Nuda al  Cimone passando per il Corno, il Cupolino, lo Spigolino, Cima Tauffi e Libro Aperto uno spettacolo davvero mozzafiato che ci ha permesso anche di notare come sistemi nuvolosi cupi si stavano formando tra il Cimone e il Corno. Verso nord il cielo è ancora azzurro ma da sud si comincia a  sentire in lontananza il rombo di alcuni tuoni.

Prateria prima del Lago Pratignano

Ci rendiamo conto che il tempo inizia a peggiorare ed è necessario concederci poche soste. Riprendiamo il cammino verso il Lago Pratignano e di intesa, anche se non ce lo siamo detti, cominciamo ad accelerare il passo. Incrociamo due escursionisti che provengono dal lago e ci informano che in 15 minuti ci saremo anche noi. Infatti poco dopo usciamo dal bosco, attraversiamo una bella prateria e iniziamo a fiancheggiare il lago, questa depressione in gran parte coperta da canneti e con fondo fangoso.

Lago Pratignano

Superiamo il lago e ci fermiamo a mangiare uno spuntino veloce rivolti verso il Corno che da questa prospettiva sembra essere in perfetta asse con il lago e il punto in cui ci troviamo. Molto bello lo spettacolo, molto preoccupante il cielo plumbeo davanti a noi.

Nuovole minacciose

Ci rimettiamo lo zaino e riprendiamo il CAI 401 che, dopo una breve svolta verso sud riprende in ripida salita la direzione nord.

Di fronte a noi ancora l’azzurro del cielo tende a rassicurarci, ma il rombo dei tuoni comincia a farsi sentire con più frequenza e intensità. Rallentiamo l’andatura solo per assaporare   qualche fragola invitante. Poi un tuono più fragoroso ci fa riprendere il passo velocemente.

Superato il Monte Serrasiccia dove il 401 si distacca dal 403, il sentiero comincia a scendere in forte pendenza e la discesa ripida mette a dura prova le ginocchia e le gambe che devono frenare l’andatura.  Ci fermiamo a leggere alcune targhe che indicano la presenza di postazioni tedesche per mortaio.  

Prima di Monte Capel Buso sulla destra si innesta il CAI 349 in direzione Farnè che noi prendiamo. Anche qui altra testimonianza della guerra: il rudere di una casa viene indicato da una targa come costruzione dell’esercito tedesco utilizzata per magazzino o rifugio per le truppe di guardia. Continuiamo per il sentiero che ci riporterà dopo una lunga discesa a superare il Dardagna in prossimità del borgo Ca’ di Julio.

Sono quasi le 15:00 ma ormai il sole ci ha abbandonato da un po’ i tuoni sono sempre più vicini e minacciosi. Proseguiamo senza parlare ma col passo accelerato anche se la strada ora inizia a salire. Riprendiamo il sentiero che in breve ci porta a Farnè.

Siamo finalmente alla macchina e mentre l’apro le prime gocce cominciano a scendere. Il tempo di cambiarci le scarpe e di salire in macchina inizia a piovere a dirotto come in uno dei temporali di questi ultimi giorni con violenza e turbine dal vento. Questa volta ci è andata bene, e l’ora di anticipo per il rientro sull’itinerario originale è stata provvidenziale.

Comunque un bellissimo trekking.