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Da Fanano lungo la Via Romea e i Monti della Riva

Da Fanano si segue la Via Romea tornando dai Monti della Riva e Lago Pratignano. Escursione impegnativa, ma piena di interessanti spunti naturalistici, storici e antropologici.

L’interessante itinerario percorso, inizia a Fanano nel modenese e si sviluppa prima verso Sud, seguendo l’antica Via Romea Nonantolana per poi ripiegare al Passo della Riva. Qui raggiunto il crinale dei Monti della Riva si cammina passando sul tracciato de La Linea Gotica in un tratto che divide la province di Bologna (valle del Dardagna) dalla provincia di Modena (Valle dell’Ospitale). Raggiungiamo quindi il Lago Pratignano dove, tra una fitta vegetazione palustre, ha trovato il suo habitat la Drosera rotundifolia, una pianta carnivora rarissima che risale all’epoca glaciale. Si inizia poi a scendere verso Fanano in località Due ponti concludendo poco dopo l’anello.

Da non trascurare di questa escursione, sono i vari borghi, alcuni abitati solo in estate dai villeggianti, altri nello stato di parziale abbandono e altri ancora ridotti a ruderi. Questi sono muti testimoni di una civiltà montanara non sopravvissuta alla forza del progresso che ha spopolato le zone rurali e montane del nostro appennino.

Aspetto peculiare di questa escursione poi è il tracciato della Via Romea Nonantolana che la si percorre per un lungo tratto. Questa antica Via ripercorre uno storico cammino che da oltre 12 secoli collega il nord Italia e l’Europa Centrale con Roma, attraverso la pianura padana e l’Appennino tosco-emiliano fino al Passo della Croce Arcana per poi arrivare a Pistoia dove si collegava alla Via Francigena.

Edicola votiva lungo la Via Romea
Edicola votiva lungo la Via Romea

Le numerose edicole votive dedicate alla madonna che si trovano su questo tracciato, sono evidenti testimonianze della frequentazione, anche recente, di questa Via da parte di pellegrini e viandanti che transitavano gli appennini e chiedevano con fede protezione da briganti e intemperie.

Se facciamo attenzione, anche i nomi onomatopeici ci indicano come questo tracciato doveva essere frequentato: Ospitale, il paesino che attraverseremo, prende il nome, da un antico Hospitale che qui dava soccorso e accoglieva i pellegrini e viandanti a loro passaggio. Infatti la prima menzione dell’hospitale di Val di Lamola appare nel documento del 1225 quale località in cui fu redatto l’atto della strada Modena – Pistoia.

Il sentiero fiancheggiato da muretti a secco ricoperti di muschio
Il sentiero fiancheggiato da muretti a secco ricoperti di muschio

Da qui i pellegrini potevano scegliere di andare in Toscana per il Passo della Croce Arcana, più comodo, o per quello della Calanchetta (Lago Scaffaiolo), più breve, ma posto più in alto.
L’attuale chiesa della frazione, dedicata a S. Giacomo, fu eretta nel 1559 sulle rovine dell’hospitale.

Il Percorso

Si parte quindi da Fanano lasciando l’auto nell’ampio parcheggio in prossimità della Piscina Comunale. Si segue la strada verso Fellicarolo per poi tenere la sinistra immettendosi su CAI 411 che porta subito ad un ponte per attraversare il torrente Fellicarolo.

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Siamo sulla Via Romea e seguiremo il CAI 411 che ci fa superare una breve pendenza per poi discendere nuovamente e raggiungere la Strada per Ospitale. Un cartello indica che il Ponte Rifolengo è chiuso, occorre proseguire su strada verso Ospitale fino al Ponte di ferro dove sarà possibile superare il torrente Ospitale per proseguire sul CAI 411.

Torrente Fellicarolo
Ponte di ferro
Ponte di ferro per superare il torrente Ospitale

Superato il ponte Ci troviamo poco dopo sul CAI 411 che seguiamo in salita. Si arriva a Piagge e al piccolo Borgo La Sega dove si ammira, immerso nel bosco Ospitale col campanile che svetta tra gli alberi.

Indicazioni sulla Via Romea
Indicazioni sulla Via Romea
Ospitale visto da La Sega

Arriviamo ad Ospitale, dove abitano pochissime persone. Anche il Nuovo Albergo risulta essere chiuso da tempo, incontro poche persone indaffarate nelle cose quotidiane. Mi fermo un poco a riposarmi e penso a Primo il vecchietto in gamba che mi accompagnò in una bella ciaspolata a Capanno Tassoni. Spero stia bene e in gamba come sempre.

Chiesa di Ospitale
Chiesa di Ospitale: Sorge sull’antico Hospitale
Segnaletica a Ospitale
Segnaletica a Ospitale

Lascio Ospitale e proseguo sempre sulla Via Romea, CAI 411, attraversando i borghi di Ca’ Pieri, Ca’ Pallai e Ca’ Cecchino dove si è colpititi dalla cura con la quale le case ancora abitate vengono tenute. Poi ci sono quei caratteristici comignoli tondi con sopra una pietra conica, anche un pozzo e ben tenuto e impreziosito da un piccolo murales.

I caratteristici comignoli nella valle dell'Ospitale
I caratteristici comignoli nella valle dell’Ospitale
Pozzo a Ca Pieri

Dopo Ca’ Cecchino e La Tana, il sentiero supera La Scaffa e inizia a salire più ripidamente fino ad immettersi nella forestale (CAI 445) che arriva da Capanno Tassoni e che noi prendiamo lasciando il CAI 411 che poco dopo inizia a salire verso lo Spigolino.

Si arriva cos’ a Passo della Riva, siamo sui Monti della Riva: ad Est la valle del Dardagna in territorio bolognese, a Ovest la valle dell’Ospitale in territorio modenese. Qui passava la linea gotica e nei tempi che stiamo vivendo un brivido freddo alla schiena mi gela per un attimo il passo.

Inizio il percorso di rientro dirigendomi verso Nord. Mi fermo per il tempo di un panino, il cielo comincia ad annuvolarsi, ma poco dopo nuove schiarite di sole illuminano il sottobosco. Mentre salgo gli ultimi metri prima di iniziare la discesa, verso Nord mi regalo un bel panorama sul crinale.

Panorama sul Crinale: a sinistra il Corno alle Scale e sulla desta il Cupolino
Panorama sul Crinale: a sinistra lo Spigolino e al centro le antenne al Passo della Croce Arcana

Verso Sud si stagliano i profili del Corno alle Scale con i Balzi dell’Ora, poi il Cupolino nei pressi del Lago Scaffaiolo e Rifugio Il Duca degli Abruzzi, poi lo Spigolino che da questa prospettiva è meno “spigoloso” e più avanti si distinguono le antenne nei pressi del passo della Croce Arcana.

Mi fermo ad ammirare questo panorama poi riprendo il cammino. Raggiungo la grande prateria che annuncia l’avvicinarsi al lago Pratignano. Sento qualche goccia ma non mi preoccupo, le previsioni erano di sole o appena qualche nuvola. Mi volto indietro e vedo che è sereno, sopra di me si sta addensando una nuvolona nera.

Arrivo al termine della prateria, si distingue in lontananza lo sperone di roccia detto Becco d’aquila. Li vicino c’è anche la grotta delle fate la cui tradizione si rifà ai celti qui sconfitti dai romani.

Il Lago di Pratignano

Del lago non si vede quasi l’acqua essendo ricoperto da una fitta vegetazione palustre. Inizia a piovere debolmente. Io non mi ero portato nulla visto le previsioni. Inizio ad essere un poco preoccupato.

Percorro il sentiero sul lato occidentale del lago e mi rendo conto di essere nel pieno di un temporale. Ormai sono bagnato. Fortunatamente non tira vento.

Imbocco il sentiero CAI 405 che in un paio di ore mi porterà a Fanano. Poco dopo la pioggia si attenua fino a smettere. Mi reputo fortunato.

Dietro di me nella valle intravvedo Ospitale e davanti a me, un pochino lontano, si distingue Fanano.

In Basso si distingue Ospitale
Fanano visto dai Monti della Riva

Pur non Piovendo sento tuonare e la cosa non è rassicurante.

Il temporale, con intensità intermittente mi accompagnerà fino in località Due Ponti, dove inizierà a scaricare l’acqua trattenuta a stento in precedenza. Arrivo ad una stazione di servizio e mi riparo evitando la grandine che poco dopo si è abbattuta assieme alla pioggia. Dopo circa dieci minuti, la pioggia è diminuita, così percorro gli ultimi cinquecento metri che mi separano dalla macchina.

Mi riprometto di portarmi sempre con me, indipendentemente dalle previsioni, l’abbigliamento anti pioggia.