EscursioniParco Corno alle Scale

Ciaspolata dal Rifugio Segavecchia al Rifugio Portafranca

In una bella giornata fredda ai primi di questo anno, col CAI di Bologna Ovest,  abbiamo percorso la facile forestale che dal rifugio Segavecchia porta a Passo del Lupo e da qui per sentiero siamo giunti al rifugio Portafranca.

Giorno del Trekking: 08 gennaio 2017

Percorso: Rifugio Segavecchia – L'Acerolo – pendici dei Monti Grossi – il Conventaccio – Passo del Lupo – Valico di Portafranca – Rifugio Portafranca

Durata: 6 ore

Distanza: 20 km circa

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Il valico di Portafranca, sul confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio, permetteva, già in epoca medioevale di collegare merci e persone dal piccolo paese di Monteacuto delle Alpi, attraverso il passo del Lupo, ed era frequentato anche da contrabbandieri di sale e di altri prodotti allora soggetti a dogana.

Ci siamo trovati al parcheggio strategico nei pressi della Rotonda Biagi a Casalecchio di Reno alle 06:45, faceva freddo, ma meno dei giorni precedenti.. Molti hanno aderito a questa bella escursione e dopo "la conta" siamo risultati in 33. Un bel numero. Dopo aver formato le macchine siamo partiti diretti al Rifugio Segavecchia punto di inizio del trekking. Prima della partenza Claudio, la nostra guida esperta del CAI, ha tenuto un briefing nel quale ci ha presentato i suoi collaboratori ed illustrato brevemente l'itinerario. Purtoppo la neve attesa si è fatta desiderare, e alla partenza la forestale era bella pulita, così abbiamo fissato le ciaspole sugli zaini e il gruppo si è messo in cammino.

Lungo la forestale non sono mancati suggestivi scorci verso il Corno sul versante del canalone dove passa la "direttissima", la cima Sofia con la Croce e il profilo dei Balzi dell'Ora.

Vista  de Corno alle Scale dalla Forestale Segavecchia

Molto belle anche le cascate di ghiaccio che hanno imprigionato l'acqua che scorre verso valle formando numerosi rii  che si gettano prima nel torrente Causso per poi andare ad alimentare il  torrente Silla.

Cascata di Ghiaccio sulla Forestale Segavecchia

Il bosco che si attraversa è formato da alti faggi il cui legno è stato utilizzato in vario modo ed in particolare, nel passato più recente,  per ottenere carbone. Infatti, girando per questi boschi, ci si può facilmente imbattere in carbonaie, che altro non erano spazi pianeggianti nel bosco, che prendevano poi con l'uso una forma circolare, dove veniva accumulata la legna di faggio, coperta da terra e bruciata lentamente per ottenere il carbone. Oggi queste aree si riconoscono appunto per il terreno nero impregnato di polvere di carbone.

Lungo la forestale abbiamo notato anche delle batbox fissate ai tronchi degli alberi allo scopo di favorire la proliferazione e l'ambientazione dei pipistrelli che sono un elemento importante per indicare lo stato di salute ambientale.

Proseguendo sulla strada forestale, evitando insidiose lastre di ghiaccio, siamo arrivati al Passo del Lupo (1485 mt),e da qui, prima di  lasciare la strada forestale per seguire il sentiero che porta al passo Portafranca su indicazione di Marco abbiamo indossato le ciaspole che sono poi risultate essere utili, non tanto per un abbondante neve, che assolutamente mancava, ma per procedere in sicurezza sui tratti ghiacciati.

Con le ciapole verso il Valico di Porta Franca

Giunti al Valico di Portafranca, il cielo che inizialmente era parzialmente coperto, si era liberato  dalle nuvole mostrandoci panorami davvero notevoli: verso nord la valle verso Pianaccio e Lizzano in Belvedere col massiccio dei Monti Grossi, a Sud i monti dell'Orsigna ed a Ovest l'imponente versante del Monte Gennaio e il Poggio delle Ignude.

Proseguendo sul crinalino poco dopo siamo scesi per un breve sentiero raggiungendo il Rifugio Portafranca dove abbiamo fatto la sosta per il pranzo. Qui, una abetaia circonda il rifugio, e abbiamo potuto godere anche dei bei colori che ci offrivano il verde intenso degli abeti stagliati su un azzurro mare del cielo. Un pò di fatica tanto ripagata. Questo è il bello del trekking: vivere la natura sentendosi parte di essa.

Rifugio Porta di Porta Franca

Terminato il pranzo, abbiamo ripreso la strada del ritorno seguendo lo stesso percorso dell'andata. Ancora nulla di scontato e già visto, infatti al ritorno le nuvole basse del mattino erano sparite e la diversa  luce del pomeriggio  ci hanno rivelato scorci ancora nuovi.

Arrivati al Segavecchia, non ci è rimasto che salutare Marco e il suo staff che ci hanno accompagnato in questa bella giornata:un saluto con le gambe sotto al tavolo con del buon vino rosso o del vin brullè per gustare meglio le crostate del rifugio.

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Ecco la Traccia del Percorso: