I luoghiVia di San Francesco

Greccio: il santuario del Presepe

La tradizione Francescana nella valle Santa di Rieti

La Via di San Francesco

Fonte: Consorzio Proloco Valle Santa

A circa 2 km dal borgo di Greccio, arroccato sulla roccia di un costone boscoso, come un nido di aquila, si erge maestoso uno dei monumenti più importanti della storia del francescanesimo, il Santuario del Presepe, il luogo nel quale San Francesco, nella notte del Natale del 1223 rappresentò con personaggi viventi la natività.

Si tratta di un complesso di costruzioni il cui nucleo primitivo risale agli anni in cui vi dimorò il poverello di Assisi. Dopo aver percorso una lunga scalinata si arriva alla chiesina di San Luca, cuore e centro del luogo santo. Nella grotta in cui fu realizzato l’evento infatti, fu costruita una cappella e sul masso che servì da mangiatoia, un piccolo altare. Sul fondo della cappella, sopra l’altare, si ammira un affresco del 1400 di scuola Giottesca attribuito al Maestro di Narni del 1409 che rappresenta, a destra, la Natività di Betlemme e, a sinistra, il Presepe di Greccio.

Questo luogo merita una sosta silenziosa e raccolta, intensa e colma di pace. Percorrendo poi uno stretto corridoio, si arriva ai luoghi abitati dal Santo e dai primi frati: il Refettorio innanzitutto, dove si vedono ancora un piccolo lavatoio, una parte del primitivo pavimento e un caminetto restaurato. Vicino all’apertura che porta al primitivo dormitorio due affreschi del XVI° sec.

Attraverso il lungo corridoio dove si affacciano le cellette in cui dormivano i frati, si arriva in quella dove sulla nuda roccia, dormiva il Santo. Tutto ci parla della semplicità e della povertà in cui i frati vivevano e di come mettevano in pratica la regola dell’ordine. Tommaso da Celano, biografo del Santo, ci informa che “nei giacigli e nei letti era così in onore la povertà, che chi aveva poveri panni distesi sulla paglia credeva di essere su un letto sontuoso” Fu in questa celletta che il Santo una notte non riuscì a dormire, per aver usato, su invito di Giovanni Velita, Signore di Greccio, un cuscino di piume, in luogo del guanciale di pietra.

Torniamo indietro per salire al piano superiore: qui si incontra la minuscola cantina di San Francesco e il pulpito di San Bernardino da Siena posto davanti all’antro dove un tempo venivano seppelliti i frati. Per una stretta scala, si giunge nel Dormitorio detto di San Bonaventura, del XIII°sec. costruito sopra i primitivi abitacoli. Le cellette, quindici per l’esattezza, sono disposte lungo un corridoio e nella prima attualmente aperta, secondo la tradizione avrebbero dimorato San Berardino da Siena, San Bonaventura da Bagnoregio, ministro dell’ordine (1257-1274), San Leonardo da Porto Maurizio.

Si incontra quindi un coro del XVII° secolo che conserva un leggio con un antico corale, un crocifisso ligneo del XVIII secolo; due piccoli quadri in rame del secolo scorso e un’immagine dell’addolorata del XVII secolo della scuola del Sassoferrato. Attraverso il coro, entriamo nella prima chiesa dedicata a San Francesco dopo la sua canonizzazione avvenuta nel 1228, a soli due anni dalla morte. Tommaso da Celano, ci informa: “ora quel luogo è stato consacrato al Signore e vi è stato costruito sopra un altare in onore di San Francesco e dedicatagli una chiesa”.

Restiamo colpiti dall’atmosfera molto raccolta, che ci riporta alla semplicità delle origini francescane. Si può notare il primitivo coro dei frati, con la struttura lignea che li separava dal popolo. Sopra gli stalli, le originali attrezzature per il servizio corale, consistenti in due aste di legno girevoli per sostenere il libro e la lanterna. Esterno al santuario si trova la cella solitaria di San Francesco e la grotta dove visse per 32 anni, il Beato Giovanni da Parma, settimo ministro generale dell’ordine.

Nel piazzale adagiata con un fianco alla roccia troviamo la chiesa moderna costruita agli inizi degli anni sessanta e dedicata a San Francesco e alla Vergine Immacolata. All’interno, due presepi: uno ligneo ed uno in terracotta e nel ballatoio sopraelevato una mostra permanente di presepi.

La Cappelletta di Greccio

Vuole la storia che questo luogo fosse la prima dimora del Santo d’Assisi allorché decise di stabilirsi a Greccio: “Ivi, Egli fece costruire una misera capanna di arbusti, fra due folti carpini, atta a preservarlo dalle intemperie invernali e dai calori estivi“. Il posto è senza dubbio incantevole; si trova a quota 1205 m.s.l. e scopre una veduta panoramica a 360 gradi che permette di dominare sia l’intera Valle Santa Reatina quindi tutti i luoghi francescani in essa presenti sia la terra Sabina ad ovest fino addirittura a scorgere, in condizioni di particolare limpidezza, la Cupola della Basilica di S. Pietro a Roma.

L’edificio attualmente presente sul posto è stato fatto edificare nell’anno 1712 da Papa Clemente XI in memoria di S. Francesco d’Assisi. L’edificio, fin dalle prime origini (1712) era costituito da una minuscola e povera chiesuola ed intorno all’anno 1889 fu edificata una casupola utilizzata come rifugio per i pastori. L’originaria chiesetta è ancora oggi integra nella propria conformazione e nelle proprie dimensioni; essa è caratterizzata da una minuscola stanza dove è presente un povero altare in legno. Il soffitto è costituito da una volta a tutto sesto realizzata in mattoni e le pareti risultano intonacate e tinteggiate con calce bianca.

All’ingresso dell’edificio, nel 2012 è stata posta una targa dal Comune di Greccio, dalla Provincia Romana dei Frati Minori nel trecentesimo anno dell’edificazione, che recita:

“QUI TRA DUE CARPINI AGLI ALBORI DEL 1200, SAN FRANCESCO D’ASSISI SOGGIORNO’, RACCOGLIENDOSI IN PREGHIERA E SOLITUDINE. QUESTA CAPPELLETTA FU EDIFICATA NEL 1712 DA PAPA CLEMENTE XI COME LUOGO DI CULTO, IN RICORDO DELLA PERMANENZA DEL SERAFICO FRATE FRANCESCO”.

Recentemente restaurata è utilizzata anche come rifugio montano. Ogni anno è meta di pellegrinaggi da parte di scout, pellegrini e amanti della montagna. E’ possibile raggiungere la Cappelletta tramite diversi sentieri montani ben segnalati.

Museo Internazionale del Presepe

A soli 100 metri dal centro storico, grazie ad un sapiente recupero dell’antica chiesa di S. Maria, risalente al XIII secolo e di un altro edificio storico oramai diroccati, è stata data vita ad un importante Museo della Natività che ospita le espressioni artistiche di tutte le culture, su questo tema che è ormai patrimonio dell’umanità intera. La varietà dei Presepi esposti, espressive interpretazioni dell’evento della Natività, sono filtrate dall’anima degli artisti contemporanei e restituite agli spettatori sottoforma di creazioni e sculture che suscitano nuove emozioni.

www.santuarivallesanta.com