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Due giorni in Calvana: Trekking da Prato a Castiglione dei Pepoli tra natura e storia

Solo due giorni dopo la conclusione del trekking di inaugurazione della nuova Via della Lana e della Seta che unisce Prato a Bologna, ho deciso di andare anch’io a percorrere, anche se solo in parte, questo nuovo itinerario che per me è stato anche motivo per scoprire una parte dell’Appennino, i monti della Calvana, che non avevo mai frequentato.

Così, anche per ragioni logistiche, ho voluto iniziare il trekking partendo da Prato, percorrendo tutto il crinale della Calvana seguendo il CAI 20 fino all’innnesto col CAI 00 per poi arrivare a Montepiano e da qui a Passo san Giuseppe, dove prendendo il CAI 001 sono giunto infine a Castiglione dei Pepoli percorrendo anche le  tracce della antica Via degli Etruschi che unisce Artimio a Marzabotto.


Con questo trekking ho percorso quasi 50 Km suddivisi in due giorni facendo tappa nell’Azienda Agricola “Podere Figlule” che si trova in prossimità de La Dogana, tra Montecuccoli e La Soda punto sosta ideale in quanto si trova esattamente a metà del percorso ed è raggiungibile con una deviazione di solo qualche centinaio di metri.

 

1a Tappa: Prato – La Dogana (Azienda agricola Podere Figlule)

Giorno dell’escursione: 22 Settembre 2017

Durata: circa 09:50 ore

Percorso ad anello: NO

Lunghezza: circa 24 Km

Dislivello in salita: 1357 mt

Dislivello in discesa: 912 mt

Altitudine max: 910 mt

Altitudine min. 64 mt

Percorso: Prato Stazione – Salita dei Cappuccini –  Via di Cavagliano – CAI 26 – Chiesino di Cavagliano – CAI 20 – Pozza – Monte Retaia – Monet Cantagrilli – Monte Maggiore – il Crocicchio – Foce ai Cerri – Aia Padre – Monte Prataccio – Masso di Costa – Montecuccoli – La Dogana – Azienda Agricola Podere Figliule.

Note: Non sempre i segnavia sono evidenti ed in un paio di punti si deve fare attenzione a riprendere il sentiero soprattutto nelle radure aperte. Tuttavia si segue agevolmente.

Sono partito dalla Stazione di Prato, dirigendomi verso la Via Salita dei Cappuccini dove velocemente si acquista quota imboccando  Via di Cavagliano che lascio in prossimità di una curva per prendere il CAI 26. A Chiesino di Cavagliano,  alle spalle ho un bel panorama di Prato e delle frazioni limitrofe che si perdono a vista d’occhio nella pianura dalla quale mi sto allontanando. Arrivato all’innesto col sentiero CAI 20 lo prendo e lo seguirò per tutto il crinale fino ad incrociare il CAI 00.

Monte de La Retaia

Il CAI 20  prosegue in un continuo saliscendi raggiungendo prima Monte Retaia dove una Croce in ferro domina da una prospettiva ancora più ampia Prato e tutta la pianura, per poi arrivare a salire su Monte Cantagrilli dove un’altra Croce si affaccia sulla valle orientale dove corre l’autostrada del sole. Nei pressi della cima di Monte Cantagrilli un cippo indica un antico confine.

Superata la Croce inizio a scendere dal Monte Cantagrilli e di fronte si staglia il massiccio di Monte Maggiore che dovrò tra poco raggiungere. La discesa mi porta Crocicchio, punto più basso tra i due monti ed inizio da li la salita verso la cima di Monte Maggiore. Si raggiunge poi Foce ai Cerri e voltandomi indietro scorgo a fatica la Croce di Monte Cantagrilli e mi rende ancora più evidente la distanza percorsa.  Alla fine un cippo votivo mi segnala di aver raggiunto la cima dove si apre un ampia prateria e incontro grandi mucche bianche al pascolo.  Poco più avanti incrocerò più volte mandrie di cavalli allo stato brado che tranquillamente pascolano.

Cavalli allo stato brado

Raggiunto Passo della Croce, dove si congiunge la Via degli Etruschi proveniente da Artimio,  continuo sempre sul CAI 20 in direzione Nord. Ora la vegetazione, che fino ad ora è stata di tipo arbustivo, si fa a tratti ad alto fusto o cedua. Raggiungo il Monte Prataccio, una sommità limitata da abetaie. Continuando nell’ininterrotto saliscendi il CAI 20 mi conduce a Montecuccoli che si annuncia con la veduta della sua bella Pieve  dedicata a San Michele Arcangelo.

Pieve di San Michele Arcangelo a Montecuccoli

La Pieve inaspettatamente è aperta, entro e ammiro il suo soffitto a capriate di legno, un affresco sull’altare che ritrae l’Arcangelo che uccide il drago e in una cappelina vicino al portale di ingresso una ceramica robbiana che ritrae il Battesimo di Gesù. Montecuccoli in età medioevale è stato un importante centro di passaggio per i viandanti che dalla Valle del Bisenzio dovevano raggiungere l’alta valle del Mugello.

Oramai, sono vicino alla meta della mia prima tappa. Supero Montecuccoli percorrendo la strada asfaltata e dopo una curva riprendo il CAI 20 su una sterrata in salita alla mia sinistra che conduce al La Dogana di cui oggi non rimane che un rudere, ma in passato doveva presiedere al passaggio delle merci in transito tra le valli limitrofe.

Proprio in prossimità de La Dogana, sulla sinistra, si stacca la sterrata che, in discesa, mi porterà con un breve deviazione dal CAI 20 al mio punto sosta: L’Azienda Agricola “Podere Figlule”

Azienda Agricola Podere Figliule
2a Tappa: La Dogana (Azienda agricola Podere Figliule) – Castiglione dei Pepoli

Giorno dell’escursione: 23 Settembre 2017

Durata: circa 10 ore

Percorso ad anello: NO

Lunghezza: circa 25 Km

Dislivello in salita: 1359 mt

Dislivello in discesa: 1192 mt

Altitudine max: 1025 mt

Altitudine min. 508 mt

Percorso: Azienda Agricola Podere Figliule – La Dogana – La Soda – Poggio Stancalasino – Valico della Crocetta – CAI 00 – Montepiano – La Badia – Passo san Giuseppe – CAI 001 – Pian Colorè – Bacino Brasimone – Castiglionr dei Pepoli

Note: Attenzione che dopo il Valico della Crocetta, in prossimità di una stazione Ponte Radio il sentiero non è più evidente: occorre passare tra i due recinti della stazione superare il cancello di ingresso , procedere lasciando la stazione alle spalle fino a rimettersi su una sterrata. (i segnavia sarebbero da perfezionare)

Lasciato il punto Tappa guadagno nuovamente il CAI 20 al La Dogana e qui proseguoo verso Nord. Il sentiero continua  nel suo saliscendi su crinalino immerso in un bosco ceduo che a volte si apre su largo sentiero con castagneti e abetaie. Si raggiunge la località La Soda un borgo abbandonato e subito dopo si lascia la larga carrareccia che scende a San Quirico per inerpicarsi su CAI 20 raggiungendo Poggio la Torricella. Alcuni cartelli indicano che sto percorrendo il Trekking del Memoriale della Linea Gotica, infatti su un pianoro sono state poste delle installazioni in metallo a memoria degli eventi bellici avvenuti in questi luoghi. Mi fermo a riprendere un pò il fiato e ne approfitto mer meditare su questi eventi, poi proseguo per raggiungere  prima Poggio Stancalasino poi la strada provinciale per Montepiano. Qui si attraversa e si riprende il CAI 20 che poco dopo si immette sul CAI 00 che proviene dal Passo della Futa. Io proseguo in discesa per il Passo della Crocetta altro punto di intersezione con strada asfaltata. Di nuovo si lascia la provinciale subito a valle s i continua sul CAI 00. In prossimità di una stazione radio, il CAI 00 si perde e inserendosi tra rovi tra il recito della stazione riesco finalmente a raggiungere un sterrata e riprendere i segnavia che mi condurranno a Montepiano.

Badia di Montepiano

Da Montepiano raggiungo La Badia dove mi fermo per la sosta pranzo. La piccola Chiesa è chiusa, mi soffermo ad ammirarne l’antica struttura, il campanile, la lunetta del portale di ingresso e una lastra in pietra sulla parete con incisi antichi caratteri. Mi soffermo a pensare che Montepiano nel Medioevo era considerato un importante valico appenninico conosciuto anche come Capo di Setta, intendendo probabilmente che qui vicino nascono i rami sorgive del torrente Setta che poi scende verso valle unendosi al Reno a Sasso Marconi raccogliendo nel suo cammino sia le acque del Brasimone che del Sambro.  La Badia era un importante punto di sosta per i pellegrini e viandanti che trovavano un posto per riposare accolti dagli hospitalieri.

Ripreso il cammino seguo il CAI 23 e subito dopo il CAI 27 che in ripida salita porta in circa 1 ora a Passo San Giuseppe. Ora in queste montagne sono di casa con le grandi faggete e abetaie che ho percorso per anni e mi sono così familiari. Mi dirigo quindi sul CAI 001 in  passando per la sorgente di Pian Colorè e proseguendo verso il Brasimone. Qui abbandono la Via degli Etruschi che continua verso il Passo dello Zanchetto e riprendo il CAI 001 che a mezzacosta si dirige verso Castiglione dei Pepoli: mi accomagnano i bramiti dei cervi che in questo periodo raccolgono l’arem delle compagne per riprodursi, un cinghiale soffia e grugnisce al mio passaggio. Raggiungo La Canale dove il CAI 001 si incontra la strada che porta a Camugnano alle porte di Castiglione.  Entro così   in Piazza a Castiglione dei Pepoli passando da la Portaccia concludendo il mio bellissimo trekking.

Piazza di castiglione dei Pepoli