2019-La Rotta FranceseCammino di SantiagoVie e Cammini

Giorno 31: da Arzua a O’Pedrouzo

Prima. Giorno 30: da Palas de Rei ad ArzuaDopo. Giorno 32: da O’Pedrouzo a Santiago

Lunedì 24 giugno. Oggi è la tappa della vigilia dell’arrivo a Santiago dove mancano circa 41 chilometri. Tappa questa volta tra boschi di alti alberi di eucalipto che con la loro verticalità sembravano slanciarsi verso il cielo.

Bosco di eucalipti

Le case dei piccoli pueblo che attraverso sono tenute particolarmente molto bene e danno l’impressione di un tenore di vita di lunga superiore a quelli dei pueblos attraversati i giorni scorsi.

Oramai cammino sempre da solo e occasionalmente scambio qualche parola con altri pellegrini che incontro e con i quali faccio tratti insieme. Poi mi fermo per fare qualche foto e rimango nuovamente da solo. All’arrivo a fine tappa ritrovo spesso Paola, Juan con sua figlia ed Eusebia. Rodrigo dovrebbe essere già a Santiago perchè ci precede di una tappa. Juan si sta spostando in pullman causa l’infezione all’unghia di un piede. Oggi ho incontrato Fabio una faccia nota, che avevo già visto lungo altre tappe e un po’ avevo già parlato con lui. Sta facendo il Cammino assieme a una pellegrina svizzera, Astrig .

Lungo il Cammino ho incontrato lapidi a ricordo di pellegrini che sono morti per un malore mentre si dirigevano verso Santiago. Anche oggi noto una lapide di un pellegrino morto ad un giorno dalla fine del Cammino.

lapide a ricordo

Mentre cammino insieme a Paola un italiano ci ferma dandoci un volantino con l’invito per partecipare alla Santa Messa con don Fabio che si terrà a O’Pedrouzo la sera alle ore 19:00. Metto l’invito in tasca, e facendo mente locale ricordo di aver già sentito parlare di questo prete, don Fabio. Mi propongo di partecipare alla Messa.

L’albergue Municipal di O’pedruzo

Proseguiamo e dopo 21 km arriviamo a Ò Pedrouzo e Santiago dista meno di 20 km. In fila ad attendere l’apertura dell’albergue trovo l’immancabile Eusebia con Juan e sua figlia.

Avevo già sentito parlare di questo don Fabio, così la sera, come mi ero ripromesso, vado insieme a Paola e Fabio a Messa. La Messa è preceduta da una catechesi che oggi verte sul tema “Le motivazioni del Cammino”. Non sapevo di questa catechesi, ma subito il tema sembra essere intrigante: è, senza volerlo, la possibile risposta alla domanda che da inizio Cammino è rimasta appesa nella mia mente e nel mio cuore senza avere avuto una reale risposta che aspettavo si presentasse da sola passo dopo passo. Ma così non è stato.

Interno de la Iglesia de la Concha a O’Pedouzo

Don Fabio si domanda e ci domanda quali siano le motivazioni che spingono i pellegrini a fare il Cammino. La domanda è retorica, perché subito ha la risposta: c’è chi fa il cammino per ricevere una grazia per un figlio drogato, un parente ammalato, un rapporto di coppia in crisi o finito male, per cercare una luce nella propria vita, avere una risposta per prendere una decisione importante …  tralasciando le motivazioni banali di chi lo fa per dimagrire o perché è un turismo a basso costo, sono  tutte motivazioni di rispetto e a volte anche drammatiche ma…  C’è un “ma”: nessuna motivazione è quella per la quale in Cammino esiste: fare il Pellegrinaggio per pregare sulla tomba dell’Apostolo Giacomo.

Si consideri, continua don Fabio, che il 90% dei pellegrini che arrivano a Santiago non va a pregare sulla tomba e una buona parte di questi non sa nemmeno chi fosse San Giacomo. Detto questo risulta che tutti noi siamo nel posto sbagliato. Per esemplificare don Fabio porta un esempio: è come se tutti noi entrassimo nella bottega di un macellaio per comprare chi un paio di scarpe, chi un vestito, chi le sigarette, chi …., e nessuno sia entrato li per comprare della carne, l’unica cosa disponibile da comprare nella bottega del macellaio. Fatte queste considerazioni, ci esorta don Fabio, possiamo ora fare l’unica cosa possibile al punto in cui siamo: chiediamoci se per caso non abbiamo bisogno di acquistare anche della carne.

Queste parole mi hanno subito profondamente colpito, perché le ho ascoltate come una risposta alle mie perplessità di qualche giorno prima dove mi chiedevo quale fosse la meta, se lo fosse il Cammino stesso o la tomba di San Giacomo e soprattutto perché ero qui. Mi risuonavano nella mente anche le parole del francese che superandomi sul Camino si volta per incoraggiarmi e mi dice “ “…pensa alla motivazione: Giacomo ci chiama…”

Dopo la messa sono uscito e per tutta la sera le parole di don Fabio continuavano a risuonarmi nella mente, poi i pensieri come si sa non seguono un filo logico o un ordine preciso e nemmeno vanno dove tu vorresti ma si susseguono in modo disordinato, quasi casuale. E così penso a come, lungo il Cammino, si perda la cognizione del tempo. Guardando le foto o leggendo le pagine del diario di inizio Cammino, quei giorni sembrano passati da una infinità di tempo. Il tempo sul Cammino si dilata e si trasforma e la mente fa fatica a riportare al loro giusto posto i giorni trascorsi come se fossero tessere di in puzzle complicato. Questa sensazione è comune ad altri pellegrini con i quali mi sono confrontato e la cosa un po’ mi ha rasserenato.

Mentre vado a dormire penso che dopo Santiago, mi limiterò ad arrivare a Finisterre in quattro giorni dividendo una tappa in due. In questo  modo prenderò tutto con maggior calma.

Mi addormento pensando ancora alle parole di don Fabio.

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Dati tecnici
Distanza : 21 km
Durata5,10 ore
Dislivello in salita:472 mt
Dislivello in discesa: 584 mt
Altitudine min.: 258 mt
Altitudine max.: 421 mt
Il percorso