Giorno 32: da O’Pedruzo a Santiago
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Martedì, 25 giugno. Oggi sono arrivato a Santiago assieme a Fabio, Paola e una sua amica spagnola.
L’arrivo in piazza de Obradoiro è stato davvero emozionante. Mentre mi guardavo intorno un po’ confuso, mi vengono incontro la ragazza californiana, David e Mercedes: ci abbracciamo sorridendo ed emozionati pensando a quanto abbiamo camminato insieme. Mi siedo con loro a guardare la facciata della Cattedrale e guardare gli altri pellegrini che arrivano.
Mentre Fabio e Astrig sono entrati in Cattedrale, io in un angolo del portico mi siedo dando un’occhiata agli zaini che non si possono portare in Cattedrale e intanto scrivo appunti sul diario. Mi si avvicina una coppia di turisti spagnoli che mi fanno un sacco di domande sul Cammino complimentandosi per l’impresa portata a termine. Poi una di loro mi chiede di poter fare una foto con le mie credenziali per mostrare i sellos alla figlia. Felici mi ringraziano e ci salutiamo.
Entro finalmente in
Cattedrale che al momento è un cantiere. L’abbraccio a San Giacomo e pregare
sulla sua tomba mi hanno fatto meditare su quanto pensavo nei giorni passati anche
alla luce delle parole don Fabio. Così oggi nella Cattedrale mi sono sentito
nel posto giusto nel quale dovevo stare dopo aver attraversato la Spagna dai
Pirenei fino a qui alla tomba dell’Apostolo. Un luogo reso Santo dalle
preghiere di milioni di pellegrini che nei secoli hanno intrapreso questo
pellegrinaggio. Ecco non è stato un semplice Cammino
ma un pellegrinaggio e di questo me ne sono reso conto solo oggi.
La meta e’ questa. Qui il Cammino vede il suo epilogo.
Esco dalla Cattedrale e vado a “la oficina del peregrino” per prendere la Compostela e la certificazione dei chilometri percorsi. C’è un po’ di fila ma alla fine arriva anche il mio turno.
Saluto tutti e mi incammino verso l’ albergue della Xunta “Fin del Camino” che si trova a circa quattro chilometri dalla Cattedrale. Mi tornano ancora in mente le parole di don Fabio mentre mi ripeto che la meta è questa e che l’ho sentito col cuore e con lo spirito. Aver realizzato che questa è la vera e unica meta del Cammino, mi ha dato la sensazione di essere svuotato e privo di ulteriore energia. Ho compito un pellegrinaggio, non un semplice Camino. Ho percorso i sentieri, le piste, le strade della Spagna partendo dalla Francia e camminando sempre verso Ovest. Ho percorso anche sentieri sconosciuti della mia anima e a volte ne ho avuto paura. Ho superato dolori e contraddizioni, ho pregato per parenti e amici, a volte ho sperato che il Cammino finisse presto, mentre in altre speravo non avesse fine.
Arrivo all’albergue dove mi accoglie un simpatico hospitaleros che mi informa che parte del costo del pernottamento va ad una Onlus che aiuta famiglie in difficoltà. Prenoto un letto anche per il 30 di giugno quando tornerò da Finisterre. Ora sono qui nell’albergue dove ho incontrato l’immancabile Eusebia, Paola e Rodrigo. Tutti arriveranno Muxia dopo aver raggiunto Finisterre, io li informo che finirò di camminare a Finisterre che raggiungerò in quattro giorni.
Chiamo Fabio al telefono e anche lui domani si metterà in Cammino per Finisterre. Gli propongo di andare insieme e così ci diamo appuntamento per domani con Paola davanti alla Cattedrale. Sento di aver bisogno di compagnia.
Ancora quattro giorni di Cammino per raggiungete Finisterre il luogo dove nel medioevo si pensava fosse la fine della terra. Dove oltre l’oceano si celava l’ignoto. Oggi sappiamo cosa c’è oltre l’Oceano , ma rimane sempre un luogo mistico, dove scrutare dentro di noi oltre l’ignoto del nostro essere.