La Via EtruscaVia della lana e della setaVie e Cammini

Due giorni sulla Via della Lana e della Seta in un cammino dalle forti emozioni

 

Questa volta è stato veramente l'evento che ha inaugurato la nuova Via della lana e della seta intuita qualche anno fa da Vito Paticchia. Un progetto ambizioso e non privo di difficoltà che però,  una volta  proposto all'Unione dei Comuni dell'Appennino Bolognese e a quelli del versante toscano ha trovato subito in sintonia le istituzioni ai vari livelli ed è subito stato  fortemente sostenuto. Oggi si è concretizzato con la speranza che diventi sempre più un momento di promozione del nostro territorio.

L'evento di inaugurazione ha previsto due partenze contemporanee giovedì 21 giugno, una da Bologna e l'altra da Prato con arrivo in tre tappe a Castiglione dei Pepoli per sabato 23 giugno, dove i due gruppi si sono incontrati e fusi in una grande festa.

 



Vito Paticchia racconta della Via durante l'evento serale

Io ho partecipato solo parzialmente a questo evento, partendo da Sasso Marconi, o meglio da San Silvestro, facendo così solo le ultime due tappe. Il percorso si snoda su di un tratto di Appennino che solo in parte conoscevo e mi ha regalato panorami a me inconsueti. E' stata veramente una bella esperienza di condivisione con i compagni di viaggio tra natura e storia e, soprattutto quest'ultima, raccontata da Vito in più momenti, ha dato maggior spessore e significato al nostro andare, trasformando una semplice camminata in un momento di riflessione sull'importanza della  Memoria.

L'articolo che segue è piuttosto lungo ed è più una riflessione su quanto ho provato lungo il cammino pittosto che una  descrizione puramente tecnica del percorso. Spero di trasmettere, a quanti avranno la costanza di giungere al termine della lettura, le stesse emozioni che ho provato.

 
Da Sasso Marconi a Grizzana Morandi
Dati tecnici

Data Escursione: 22 giugno 2018

Tempo: 09:30 compreso di sost

Percorso ad Anello: NO

Distanza percorsa: 21,0 km (Con partenza da San Silvestro)

Altitudine min. 312 mt

Altitudine. max 810 mt

Dislivello in salita: 1228 mt

Dislivello in discesa:993 mt

Il Tracciato

 

La seconda tappa con partenza da Sasso Marconi, prevede di raggiungere San Silvestro il punto in cui io mi sono unito al gruppo. Da qui seguiremo il sentiero CAI 100 per un lungo tratto. Vito mi racconta che il giorno precedente sono partiti da Bologna in una ventina, poi molti, per impegni vari hanno abbandonato e oggi ci troviamo in otto compresi Luca e Alberto di Enjoy Appennino incaricati di documentare l'evento con foto e video. Hanno con se anche un drone che utilizzeranno per riprese panoramiche. Anche a Prato un'altra equipe di Enjoy Appennino seguirà il gruppo allo stesso scopo.

 

La carrareccia dopo San Silvestro

Quindi nella tappa di oggi c'è Vito, guida ufficiale del CAI, ideatore della Via e nostro accompagnatore. Ha lavorato ai Beni Culturali dedicandosi a ricerche documentali sulla storia dei nostri territori. Elisabetta un'insegnante di inglese che al momento è in ferie, Roberto che vincendo qualche difficoltà durante le salite più impervie giungerà trionfante alla fine del cammino. Il padrone di Laika un bel cane lupo preso dal canile e traumatizzato da passate esperienze, ma che ora si è integrato completamente in quello che oggi per l'occasione considera il suo branco e alternerà la posizione di testa tornando più volte indietro per controllare che tutti la si segua, poi per non pesare sul suo padrone ha uno zainetto con sottopancia per portare il suo cibo. Altro componente molto riservato ma altrettanto altruista che aiuterà Roberto a portare lo zaino nei momenti di difficoltà, Luca e Alberto di Enjoy Appennio, simpatici ed affabili che mi sono venuti a prendere a Sasso e accompagnato in macchina a San Silvestro, ed infine io.

La pioggia non si fa attendere

La giornata è cupa, promette pioggia e non si fa aspettare per molto. Inizia a piovere, prima piano e poi aumentando di intensità. Poiché era largamente prevista non ci trova impreparati, tutti abbiamo o la mantella, o kway con soprapantaloni e ghette e copri-zaino. Solo i nostri cineoperatori hanno sottovalutato questo momento e riescono a coprire a malapena lo zaino del drone con sacchi neri dell'immondizia e le loro scarpette da ginnastica in poco tempo si coprono di fango e si inzuppano di acqua. Io, avendo poca esperienza di cammini sotto la pioggia, mi ero portato un pò di tutto, anche un ombrellino illudendomi della sua efficacia. Poche decine di metri mi hanno fatto capire la sua inutilità. Allora ho mi sono messo mantella, ghette e copri-zaino rimettendo l'ombrellino a posto. Così andava decisamente meglio.

Lentamente smette di piovere quando arriviamo all'interno del Parco storico di Monte Sole. Alcuni tratti argillosi sono diventati delle vere trappole e se non si presta attenzione ci si trova per terra facilmente.

Video realizzato da Luca e Alberto di Enjoy Appennino

In località Nuvoleto ci fermiamo e Vito ci racconta di Massimo Celati, quando bambino in braccio alla madre fu salvato miracolosamente insieme alla sua famiglia dalla pietà di un anziano tedesco che riesce a fermare la mano pronta a sparare di un suo commilitone più giovane durante un'operazione di rastrellamento. Vito lo ha incontrato durante le sue ricerche portandoci la sua testimonianza.

Proseguiamo, sul CAI 100, non saliamo su Monte Sole perché il tempo, pur avendo smesso di piovere, non promette nulla di buono. Arriviamo alla sella tra Monte Sole e Monte Caprara. Ci fermiamo ad ascoltare Vito in un'altra rievocazione storica: qui ci parla della brigata partigiana Stella Rossa, del suo capo il Lupo e di come, stretta da rastrellamenti dei nazisti che erano diventati più serrati e sistematici, morto Lupo si disperdono per poi ricostituirsi in gruppi più piccoli tra le montagne. Proprio in questa sella si ritrovano per decidere del loro futuro.

 

In discesa verso il Poggiolo, Centro visita del Parco

Proseguiamo verso il Poggiolo, Centro visite del Parco. I cineoperatori mettono in aria il drone per fare una ripresa panoramica all'arrivo alla sosta per il pranzo. Scendiamo dal grande prato fiancheggiando l'altana vicino al  laghetto e arrivati sotto al porticato cominciamo a toglierci gli zaini. Non facciano in tempo a metterci a sedere che un temporale di forte intensità scarica tutta l'acqua fino a quel momento trattenuta a stento. Fortunatamente siamo al riparo, se fossimo stati su sentiero non ci sarebbe stata mantella che avrebbe potuto ripararci da quella violenza.

 

Al riparo dalla pioggia  al Poggiolo assieme alla vice sindaco di Marzabotto

Qui mangiamo, chi il panino chi tagliatelle al cinghiale e tutti beviamo un po' di vino rosso. Vito, guardando come piove, pensa se non sia il caso di fare venire la navetta dell'organizzazione per evitare il nubifragio. Questo suo pensiero, detto con leggerezza e ad alta voce, fa luccicare gli occhi di speranza a Roberto che lascia che le ultime energie rimaste scivolino sotto il tavolo dolcemente come ora sta scivolando in gola il bicchiere di vino rosso che sta bevendo. Non c'è peggior cosa di una disillusione: dopo un'oretta, il tempo esatto della sosta, smette di piovere, la navetta non viene chiamata e per chi è felice e per chi lo è meno è l'ora di rimettere gli zaini in spalla e riprendere il cammino. Questo rilassamento, Roberto, lo pagherà duramente lungo la ripida salita su Monte Salvaro, dove il nostro amico riservato si offre molto gentilmente ad alleggerire il peso che grava sulle sue spalle e porterà il suo zaino per tutto il resto della tappa.

 

Le Querce di Monte Sole

Poco dopo Il Poggiolo, uno spazio a "Le Querce di Monte Sole" mi riserva una bella sorpresa: ritrovo qui alcuni cippi sui quali son state inscritte le parole di Luciano Gherardi, il mio grande Parroco di quando io ero ragazzino e che ricordo dedicò tanti dei suoi studi ai tragici eventi di Monte Sole.  Seguo il gruppo lasciandomi prendere da questi ricordi ormai decisamente lontani. La salita è in lieve pendenza, ha smesso di piovere e il tempo sembra tendere a migliorare.

 

Monte Salvaro: saliremo sulla cima

Mi riprendo dai ricordi quando Vito, scorge Monte Salvaro e ce lo indica dicendo che dobbiamo arrivare in cima: 400 metri di dislivello in poco tempo. Ci attende, come detto un tratto impegnativo. Ed anche per chi è in forma l'idea di arrivare fin su non lascia indifferenti.

Roberto e il suo "sherpa" faranno una deviazione a mezza costa e noi, dopo aver raggiunto la cima  dominata da una grande croce in ferro e lasciato un segno del nostro passaggio sul libro delle cime proseguiamo ricongiungendoci al sentiero di mezza costa.

 

Un segno del nostro passaggio in cima a Monte Salvaro

Li attendiamo e proseguiamo insieme. Qualche sprazzo di sole filtra tra i rami e mi mette nuovo vigore e buon umore. la speranza è che la pioggia ci abbia definitivamente abbandonato e si stia preparando il bel tempo per domani.

 


Casa Morandi

Arriviamo così a Casa Morandi, poco distante dalla piazza di Grizzana,  dove Vito ha organizzato una visita guidata.

Giorgio Morandi è morto nel 1964, la casa passa alla sorella che morirà parecchi anni dopo lasciando tutto al Comune di Grizzana. Il Comune come riconoscenza la trasforma in Casa Museo e nel 1985 aggiungerà il nome dell'artista al paese:  Grizzana Morandi.

Una signora gentilissima di origine veneta, abita a poca distanza e per volontariato accompagna i visitatori in questa casa.

La casa è minimalista come del resto l'impronta stilistica del nostro artista. Fatta costruire quattro anni prima della sua morte, ha grandi finestre per catturare tutta la luce possibile. Le pareti sono quasi completamente vuote e solo qualche copia dei suoi quadri, messi nelle posizioni originali,  l'adornano. L'arredamento è quasi spartano. Nella sua camera da letto, un lettuccio di dimensioni ridotte non si capisce come potesse contenere la sua statura di 1 metro e novanta. In fondo ai piedi, la signora alza il materasso ed estrae una lastra di rame dicendoci che l'artista la metteva in quella posizione convinto fosse curativa. 

 



Alcuni degli oggetti riprodotti nei quadri di Morandi

Nel suo studio ci sono due cavalletti e oggetti posti su banchetti che lui ritraeva in alcuni dei suoi quadri: barattoli di Ovomaltina e caraffe zincate, poi pennelli e colori in tubetto, alcuni deformati per farne uscire il colore altri ancora nuovi. Ancora una radiolina che forse gli faceva compagnia durante le ispirazioni e pacchetti di sigarette Philps Morris delle quali era grande consumatore.

Arriviamo ai Fienili del Campiaro dove prosegue la visita alla mostra di arte moderna. Qui ci salutiamo, dopo una ripresa di Luca che documenta l'arrivo a Grizzana. Ci diamo  appuntamento per il giorno successivo in piazza a Grizzana per iniziare domani la mia seconda tappa e la terza dell'Evento.

Video realizzato da Luca e Alberto di Enjoy Appennino

 

Da Grizzana Morandi a Castiglione dei Pepoli
Dati tecnici

Data Escursione: 23 giugno 2018

Tempo: 09:00 compreso di soste

Percorso ad Anello: NO

Distanza percorsa: 21,0 km

Altitudine min. 534 mt

Altitudine. max 932 mt

Dislivello in salita: 1020 mt

Dislivello in discesa:866 mt

Il Tracciato

Il ritrovo in piazza a Grizzana ha messo insieme moltissime persone e mi è impossibile presentarle tutte. Alcune poi si aggiungeranno durante il cammino verso Castiglione dove arriveremo in una trentina.


Il gruppo appena partito da Grizzana Morandi

Mi limito solo a ricordare l'editore della guida della Via della lana e della seta uscita ufficialmente in questa occasione, Stefano del CAI di Castiglione che ha partecipato attivamente ai lavori di sentieristica su questa Via e Marco un personaggio interessante che lavora all'interno della promozione turistica a sostegno delle pro loco, molto critico rispetto ad atteggiamenti di chiusura e poco lungimiranti di alcune di queste. Alberto di Enjoy Appennino è stato sostituito da Lorenzo.

La giornata oggi è stupenda: Partiamo da Grizzana verso le 08:30 c'è il sole, l'aria è fresca i colori brillanti forse grazie anche alla pioggia di ieri. Si parte per asfaltata verso Sud in direzione Camugnano, poco più avanti prendiamo il CAI 100 verso Burzanella.  Il sentiero si inoltra in un bel bosco dove ad un certo punto troviamo, in formato molto ingrandito delle copie di statuette devozionali etrusche. Anche qui ci fermiamo e Vito ci racconta un po' della storia della presenza etrusca in questi luoghi.



Riproduzioni in scala ingrandita di statuette propiziatorie etrusche

Proseguiamo: il sentiero si porta sul crinale offrendoci ampie vedute verso il Monte Vigese che qui vedo sotto altra prospettiva per me insolita. La vista spazia a perdita d'occhio su un panorama di bassa montagna  veramente ad effetto. Riconosco che questo tratto di Appennino merita veramente di essere percorso, visitato e compreso

Giungiamo a Collina verso le 10:30 dove vive tra gli altri una piccolissima comunità di giovani alternativi. Lei tinge tessuti con prodotti naturali come il mallo di noce e altri composti. Mentre noi arriviamo sta preparando un pentolone per la tintura di alcuni tessuti per una festa medioevale che si terrà tra pochi giorni.


Tintura dei tessuti

E' una giovane ragazza che veste una lunga gonna e una semplice maglietta. Vicino a lei seduta su di una grossa pietra una bambina a piedi nudi che la guarda interessata come se volesse imparare. Fra di loro questo pentolone scaldato da un fuoco a legna che bolle e sbuffa vapore bianco e più lontano cesti di fiori gialli, viola e malli di noce usati come coloranti. Una scena medioevale non artificiale ma di ordinaria vita e certamente fuori dalle nostre consuetudini. Ci spiega che il solo il mallo delle noci permette di tingere direttamente per immersione, mentre tinture con altri coloranti naturali hanno necessità di trattare prima i tessuti con mordente come ad esempio allume di roccia.

Mentre ci spiega questo prende dei teli li immerge in questo pentolone di acqua bollente e li estrae colorati di marrone. Il suo compagno l'aiuta a stenderli su di  un filo al sole. Ci dice come fare per ottenerli più scuri o più chiari, come ottenere un colore uniforme o un motivo maculato o screziato proprio come se fossimo ad una "Lezione di tintoria". Io, sorridendo, immagino chiunque di noi a casa, nelle nostre immacolate, ordinate e asettiche cucine fare una cosa del genere. Da fare rizzare i capelli per lo "sporco" che provocheremmo inevitabilmente in giro.

Salutiamo anche questi alternativi ragazzi che hanno catturato la nostra attenzione e fantasia, incontriamo altri bambini scalzi che si muovono liberamente tra sassi e prato  e allontanandomi mi viene di augurare loro ogni bene, per il coraggio di aver scelto una vita tanto poco convenzionale e forse difficile ma certamente gratificante.

Proseguiamo in ampia carrareccia, sempre circondati da ampie vedute. In lontananza scorgiamo il campanile di Burzanella che raggiungiamo verso le 12:10.


Accoglienza della pro loco a Burzanella

Qui veniamo accolti dalla proloco di Burzanella, che ha preparato un piccolo segno di accoglienza con affettato, pane, vino e bibite. Per l'acqua una bella fontana è a nostra disposizione. Stanno preparando per un pranzo di matrimonio che ci sarà la sera e tutti sono abbastanza in tensione dandoci l'impressione di essere arrivati al momento sbagliato. Una sensazione colta da molti di noi che non lascia certo una buona impressione. Ripartiamo verso le 13:340, passando davanti ad una casa poco lontana, una donna si sbraccia alla finestra chiedendoci se siamo quelli della Via della lana e della seta. Molto dispiaciuta ci dice che era convinta fossimo passati il giorno dopo perche voleva preparare un piccolo rinfresco per noi. Ci chiede se abbiamo bisogno di acqua, se vogliamo un caffè. Ma tutti siamo a posto. Salutiamo e ringraziamo per quel segno di accoglienza spontaneo.


Bel Poggio

Poco Più avanti al Bel Poggio ci aspetta un altro momento che ci ricorda delle tragedie passate. In questo piccolo borgo, che per la sua posizione isolata e lontana dalle grandi vie di comunicazioni del Setta e del Reno, sembrava poter essere immune anche dalle rappresaglie naziste così non fu. Queste case furono occupate  dai nazisti in ritirata e fu sufficiente trovare nel fienile un rotolo di miccia, normalmente usata dai contadini per spaccare grossi massi, per indurre a far pensare che si trattasse di un covo di partigiani. Viene ordinato un rastrellamento nelle case del borgo. Sette uomini vengono catturati e processati sul posto e uno alla volta viene condannato e fucilato contro la parete della casa. Era ormai sera e pioveva, quando anche l'ultimo usci per essere fucilato, vedendo i compagni stesi a terra fu colto da un estremo e disperato istinto di sopravvivenza e strattonando il tedesco che lo portava verso il muro, si liberò dalla presa e si getto di corsa nell'unica via di fuga possibile, tra rovi e una fitta macchia dove fece perdere le sue tracce salvandosi. Oggi una lapide ricorda quelle sei vittime innocenti. A tutto questo fu testimone una bambina che oggi anziana donna Vito ha incontrato raccogliendo questa testimonianza. Da questo incontro, circa quattro anni fa, il CAI con rappresentanti delle istituzioni dei Comuni coinvolti in queste tragedie, l'ultima domenica di settembre commemorano proprio qui tutte le vittime delle "stragi minori" che hanno segnato col sangue le nostre montagne.


Panorami tra prati e boschi

Prendiamo il cammino: le salite non sono terminate e lentamente ma con passo deciso le affrontiamo. Si uniscono a noi altri viandanti venuti da Castiglione per fare l'ultimo pezzo assieme. Alle salite si alternano crinali collinari o in falso piano che ci ripagano della fatica regalandoci meravigliosi scorci in una giornata ricca di sole, colori ed emozioni.

 


Verso Castiglione dei Pepoli

Arriviamo al ponte sul torrente Brasimone nel punto in cui si immette nel bacino di Santa Maria che sono circa le 17:00. Marco, non riuscendo a trattenersi si butta in acqua nel torrente e fa il bagno tra risate ed incoraggiamenti di molti.

Il gruppo alla spicciolata riprende la salita verso la Chiesa Vecchia e da qui la salita ancora più ripida che porta in Piazza della Rimembranza di Castiglione che mancano poco alle 18:00.  Entriamo nella piazza dalla Portaccia. C'è anche Roberto stanco ma felice che implora una birra con gazzosa. Gli amici di Prato devono ancora arrivare.

Video realizzato da Luca di Enjoy Appennino

Verso le 18:45 ci prepariamo all'incontro ufficiale, e da Via San Lorenzo arriva il gruppo di Prato, un centinaio di persone: E' una esplosione di applausi, abbracci,  ci sono i sindaci gli organizzatori dell'evento, gli amici.

Noi che lo abbiamo in parte o totalmente vissuto camminando siamo felici, orgogliosi di esserci. Davvero un bel momento emozionante.

La sera ci aspetterà una bella festa dove il Sindaco di Castiglione chiamerà sul palco tutti i rappresentanti delle istituzioni presenti, Vito ideatore della Via e gli altri amici del CAI che hanno in vario modo collaborato al pieno successo di questo momento.