Appennino modeneseEscursioni

Da Passo del Lupo al Cimone e poi Libro Aperto e ritorno rocambolesco

Un lungo trekking molto impegnativo complicato da  un fuori sentiero per evitare un tratto franato. Oltre a questo, come ciliegina sulla torta un sbaglio di un sentiero che mi ha comportato un ora per rientrare nel percorso con perdita e recupero di un notevole dislivello. Un esempio di cose da non fare ….

Cresta del Gallo

Il percorso

Passo del Lupo, Sentiero comunale 10, CAI 449, Cresta del Gallo, Salto della Capra, Pian Cavallaro, Monte Cimone, CAI 447, Cimoncino, I Lagoni,Libro Aperto, CAI 433 , CAI 435, Pizzo delle Stecche, Deviazione non segnata, CAI 445, Impianti Cimoncino, Lago della Ninfa, Passo del Lupo

Dati tecnici

Data Escursione: 16 giugno 2018

Tempo: 11:30 compreso di soste, sentiero sbagliato e deviazione

Percorso ad Anello: Si

Distanza percorsa: 24,0 km

Altitudine min. 1398 mt

Altitudine. max 2147 mt

Dislivello in salita: 1859 mt

Dislivello in discesa:1863 mt

Il Tracciato

Descrizione del Percorso

Avevo preparato da tempo questo trekking davvero interessante nell’appennino modenese, un percorso  attraverso siti caratteristici come Passo del Lupo, Cresta del Gallo, Salto della Capra, Monte Cimone e Cimoncino, Libro Aperto, il crinale, Lago della Ninfa. Poi il giorno prima del trekking, leggo un comunicato del CAI che informa che il sentiero CAI 445 in prossimità della Ruina del Cimone, proprio nel tratto che avrei dovuto percorrere sulla via del rientro tra il Rifugio Gran Mogol e Lago della Ninfa, causa le recenti piogge è ulteriormente franato facendo sparire ogni traccia di sentiero rendendo anche il passaggio pericoloso causa grossi massi esposti.

Allora mi informo su eventuale alternativa. Mi dicono che a Pizzo delle Stecche si può prendere una traccia non segnata dal CAI ma sufficientemente visibile che andando a mezza costa del Monte Piazza intercetta il CAI 439 che, partendo dal crinale si immette poi sul CAI 445 aggirando così da sopra la frana. E’ una antica via utilizzata dai pastori.

Mi sembra una cosa fattibile e dopo qualche perplessità decido di tentare.

Arrivo a Passo del Lupo poco dopo le otto del mattino prendo subito il sentiero che in salita porta agli impianti Lamaccione, seguo la larga sterrata verso sud e subito riconosco lo scoglio roccioso de La Cresta del Gallo, verso la quale mi dirigo poco dopo abbandonando la larga sterrata e prendendo il CAI 449. Mentre salgo su questo sperone di roccia, scorgo il Cimone che anche oggi ha la cima avvolta da nubi che vanno e vengono secondo di come tira il vento. Intorno il cielo è abbastanza sgombro di nubi, anche se sul crinale ogni tanto arrivano da sud lembi nuvolosi.

Mi rassegno che anche questa volta il tempo non sarà dei migliori, le previsioni mettevano sole tutta la giornata, comunque importante è che non piova.

Mi volgo verso nord, e lo spettacolo è sempre bello col Lago della Ninfa sotto di me e i panorami a perdita d’occhio verso la pianura lontana e le montagne intorno.

Arrivo in cima alla Cresta del Gallo, e proseguo sul crinalino superando poco dopo la roccia del Salto della Capra. Dirigendomi verso Pian Cavallaro mi viene da pensare alla deviazione del CAI 445 che mi aspetta e che mi da una live preoccupazione, scaccio il pensiero e proseguo. Arrivo a Pian Cavallaro, la fontana che c’è dopo la sbarra non butta acqua. Continuo sul CAI 449 che in breve mi porta in vetta al Cimone, dove la nebbia mi impedisce di godere dello spettacolo sperato. La vetta del Cimone come al solito non entusiasma con tutti i tralicci e fabbricati che ci sono, ma così è.

Impianti sul Cimone

 

Un breve sguardo intorno e proseguo sul CAI 447. Qui a poca distanza esce dalla sua tana una marmotta. Mi fermo immobile cercando di fare qualche foto, lei sembra mettersi in posa alzandosi sulle zampe posteriori, mi guarda per un po’, poi non essendo di suo interesse, ritorna nella tana. Lascio il sentiero e salgo sul Cimoncino, poi ridiscendo riprendendo il CAI 447. In Lontananza scorgo un branco di cavalli al pascolo.

Cavalli al Pascolo vicino al Monte La Piazza

Raggiungo il Monte La Piazza e noto le indicazioni per il sentiero CAI 439, quello che dovrò prendere dopo la deviazione da Pizzo delle Stecche. Mi impensierisco ancora  e cerco di scorgere, scrutando le pendici del monte, una bozza di sentiero, ma non si vede nulla. Contino sul CAI 447 salgo il tratto ripido sul Monte Lagoni, più avanti supero un tratto roccioso e finalmente scorgo le due cime del Libro Aperto che da questa prospettiva perdono il senso della loro denominazione che invece la si apprezza appieno venendo dal Rifugio Duca degli Abruzzi. Poco dopo mi trovo alla base del Libro Aperto la mia meta per il pranzo. Chiudo le bacchette, le assicuro allo zaino e salgo la prima cima aiutandomi con le mani, guardo verso il Cimone e le nuvole ancora non lo hanno lasciato, mentre qui il sole riesce ad avere la meglio e rende tutto più  bello. Attraverso la sella tra le due cime, salgo sulla seconda con l’aiuto di una catena messa nel punto più ripido. Finalmente sono in cima. Dopo di me mi raggiungono prima due fratelli e poi una coppia di ragazzi. Tutti abbiamo deciso, senza accordarci, di mangiare il quel bel punto panoramico a 1932 mt. Mentre mangio mi guardo attorno. Lo sguardo si perde rincorrendo la linea del crinale passando da Cima Tauffi, Passo della croce Arcana dove si distinguono i ripetitori e l’inconfondibile sagoma del Corno alle Scale.

Le due cime di Libro Aperto

Io sono il primo ad alzarmi e salutare, il pensiero della deviazione non mi lascia tranquillo.

Scendo dalla Cima e ritorno sui miei passi superando il monte con un sentiero che lo aggira alla base. Prendo il CAI 433 e …. distratto nel momento più sbagliato non vedo la deviazione per il CAI 435 che avrei dovuto prendere e proseguo tranquillamente in discesa. Mi fermo ad ammirare le macchie colorate che creano i rododendri in fiore. Colto da improvviso entusiasmo per le belle fioriture non mi rendo conto di quanto stia scendendo. Il CAI 435 lo avevo fatto l’anno scorso salendo verso Libro Aperto da Fellicarolo e, ripresomi dall’euforia, pensandoci mi dicevo che di non ricordare tratti del sentiero  che stavo percorrendo. Ma non ci do peso, continuo e salgo sul Pizzo dei Sassi Bianchi, lo discendo dall’altra parte. I dubbi crescono, cerco di guardare verso Monte La Piazza e le praterie che lo circondano, ma ora sono a livello di zone boschive e le praterie le ho abbandonate da un pezzo. Chiedo informazioni ad un altro escursionista e conferma il mio dubbio: ho sbagliato sentiero, ho perso un sacco di quota e ora devo tornare indietro. Proprio non ci voleva. Ritorno all’intersezione col CAI 435 dopo aver perso un’ora. Penso sia  inutile agitarsi, tanto non risolvo nulla.

Mi sento la bocca completamente asciutta e non ho tanta acqua con me e penso sia bene razionarla. Riprendo il cammino dopo aver bevuto. Mi dirigo verso il Pizzo delle Stecche che lo raggiungo in breve percorrendo il CAI 435  in lieve discesa.   Cerco di individuare la deviazione e la traccia sembra essere abbastanza evidente. Tiro un sospiro di sollievo e inizio a seguirla. Da lontano si vede bene che sale su di una altura per poi entrare tra gli alberi. Procedo, e arrivato sulla cima poco dopo ridiscendo e vedo davanti a me il Monte Vallone che supero alla base e subito dopo scorgo Monte La Piazza, salgo e scendo per alcuni canaloni fino ad arrivare alle pendici, qui una bozza di sentiero sembra salire su di un suo versante, cerco di seguirla, arrivo ad un punto in cui mi si presenta l’altro versante del monte che è in esagerata pendenza e coperto da sassaie.

Monte La Piazza

Sono indeciso sul da farsi. Ho il dubbio se salire sulla cima o raggiungere il CAI 439 tagliando per  questo versante. Faccio questa scelta, e subito dopo me ne pentirò. Della pista dei pastori da qui in avanti non troverò più traccia. A parte la difficoltà di attraversare la forte pendenza, una volta superato il monte dell’agognato sentiero nemmeno l’ombra, seguendo la bussola e la cartina so che devo dirigermi a nord e così faccio, ma sono un susseguirsi di canaloni che ti costringono a scendere e risalire in continuazione. Mi fermo a bere senza placare l’arsura. Sono attorniato da zanzare che mi ronzano continuamente intorno e appena mi fermo mi si appoggiano sulle braccia. Comincio a pensare che appena arrivo al Bar della Ninfa mi faccio fuori una bottiglia d’acqua e un bicchiere di birra. Mi rendo conto di non guardarmi più intorno per bearmi dei panorami perché una forte preoccupazione di fondo ha preso il posto al senso dell’escursione. Mi fermo ancora per bere, un verso simile all’abbaiare di un cane attrae la mia attenzione: scorgo un capriolo che da lontano mi sta fissando e forse sta dando l’allarme per la presenza di un intruso nel suo territorio. Riprendo il cammino sempre superando infiniti sali e scendi. Ad un certo punto però mi rendo conto che rischio di non farcela ad insistere a puntare verso nord perché mi trovo continuamente canaloni da superare, e poiché, consultando la cartina,  il CAI 439 interseca in CAI 445 ad est rispetto a dove mi trovo, e verso est procederei in discesa: prendo questa decisione. Fortunatamente è stata la decisione giusta. Dopo una lunga ripida discesa arrivo sul CAI 445 prima dell’intersezione col CAI 439, ma fortunatamente dopo la frana.

Ora sul sentiero mi sento più rassicurato. La sete e l’arsura però non mi hanno abbandonato e continuo a pensare alla bevuta che mi aspetta. Sento di non avere più energie. Faccio una gran fatica a mettere un passo davanti all’altro, le gambe sono pesanti. Arrivo agli impianti il Cimoncino, da qui prendo il sentiero per il Lago della Ninfa. Il primo tratto è in salita e qui ho lasciato definitamente le mie ultime energie, poi si entra in una bella pineta. Finalmente raggiungo il Bar dello chalet  dove prendo un litro di acqua e, mentre ordino, una coppia sta salutando per andare via, chiedo loro se mi danno uno strappo fino al Passo del Lupo. Gentilissimi acconsentono e dopo un attimo mi ritrovo col mio litro d’acqua al Passo del Lupo dove ho la macchina. Saluto ringraziandoli mille volte riprendo fiato, bevo l’acqua e capisco di aver un pochino esagerato e che non mi avventurerò più per fuori sentiero così impervi.

2 thoughts on “Da Passo del Lupo al Cimone e poi Libro Aperto e ritorno rocambolesco

  • C'ero anch'io domenica sul comone, si in cima non era un granch'e il tempo. Che app. Usi x i  tracciati.

    • infotrekking

      Ciao, io sono passato dal Cimone verso le 10:00 c'erano nuvole basse con visibiltà scarsa purtroppo. Come App. uso View Rangers.

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