EscursioniParco Corno alle Scale

Anello Pianaccio-La Nuda-Il Corno-Rifugio Segavecchia-Pianaccio

Complice le previsioni per una bella giornata di pieno sole e la voglia di camminare per boschi e crinali, ho deciso di fare questo percorso impegnativo ma che alla fine ti lascia soddisfatto e felice con lo spirito pieno delle luci e dei colori che per tutto il giorno ti hanno circondato.

Come dicevo il percorso è impegnativo:

Percorso: Pianaccio-Sboccata dei Bagnadori (CAI 115) – Balzi del Fabuino (CAI 129) – La Nuda – Passo del Vallone- Balzi dell'Ora – Corno alle Scale – Passo dello Strofinatoio – Passo del Cancellino (CAI 00) – Rifugio Segavecchia (CAI 121) – Pianaccio (strada asfaltata)

Durata: 8 ore

Distanza: 18 km

Dislivello in salita 1870 mt

Dislivello in discesa 1870 mt

Note : inoltre ci sono due tratti, Balzi del Fabuino e Balzi dell'Ora,  definiti per Escursionisti Esperti (EE) che richiedono assenza di vertigini e un minimo di abilità nel destreggiarsi in arrampicata.

Vedi Galleria Fotografica del percorso

Partenza

Sono partito da Pianaccio lasciando la macchina in fondo a via Roma, prima del ponte sul Rio Bagnadori (punto strategico con qualche piazzola a bordo strada: Pianaccio non ha molte possibilità di parcheggio). Di fronte ho visto subito la stradina in salita con indicazione per il sentiero CAI 115 in direzione Sboccata dei Bagnadori.

00-Pianaccio - Partenza

Presa la stradina, dopo un centinaio di metri in prossimità di una curva, si stacca il sentiero che entra subito nel bosco. Il sentiero segue per un lungo tratto il rio  dei Bagnadori e si fa dopo poco ripido alternando, alle salite, brevi tratti di percorso in piano che però sono sufficenti per farmi riprendere un pò il fiato. Si guada poi il Rio in due o tre punti  che scorre all'ombra della faggeta formando cascatelle e pozze che in estate sono nascoste da una fitta vegetazione erbacea.

L'essicatoio delle castagne

Al lato del sentiero, all'interno di un vecchio castagneto si notano alcuni grandi ceppi di castagno e un bell'esempio di essicatoio per castagne. il "casone" come viene tradizionalmente  chiamato in queste valli. Ha una solida struttura in sasso con l'ingresso riparato da una tettoia e una copertura di lastre in arenaria le cosidette "piagne". L'edificio è in parte adossato al pendio per consentire l'accesso  alla finstrella che si nota sul retro; atraverso questa finestrella  le castagne venivano scaricate su di un graticcio sotto al quale si accendeva il fuoco per accellerre l'essicazione dei frutti che poi venivano in parte  trasformati in farina. La castagna era la fonte di nutrimento principale per la gente dei nostri appennini..

Seguendo il sentiero CAI 115 si giunge sulla strada forestale che arriva dal rifugio Segavecchia (CAI 123) e che noi prendiamo a salire.

3 - CAI 115-tratto del sentiero in piano

Sboccata dei Bagnadori

Presa la forestale giro sulla destra e dopo pochi passi mi si para di fronte il Rifugio dei Bagnadori. Qui cerco le sorgenti, che trovo sulla destra di fronte al Rifugio, in uno spiazzo sotto il livello della starda, ma ahime … sono secche. E' molto che non piove e in questa stagione, la siccità estiva si fa sentire.

Riprendo la forestale e dopo qualche decina di metri arrivo alla Sboccata dei Bagnadori dove in un trivio, giunge la strada forestale che sto percorrendo, a destra parte quella che porta a  Rio Ri (CAI 125) e a sinistra il cartello indica la strada per La Nuda (CAI 129) e Pian d'Ivo (CAI 323).

8- CAI 323-Rifugio Bagnadori

Continuo quindi per la strada forestale a sinistra e dopo una decina di minuti, sulla destra si stacca ripido il sentiero CAI 129.

Lasciata la comoda forestale che conduce a Pian d'Ivo si prende il nostro sentiero CAI 129 che porta a La Nuda per i Balzi del Fabuino.

Siamo ancora all'interno del bosco, ma ora i raggi del sole penetrano meglio fra gli alberi accendendo i colori autunnali della faggeta. Anche qui il sentiero si fa a tratti ripido, in altri momenti  mi concede una pausa con tratti più dolci facedomi apprezzare la belelzza del sottobosco. Mi fermo un attimo per ascoltare … il nulla. Silenzio assoluto. Riprendo il cammino e sento solo il rumore dei miei passi e il mio respiro. Mi fermo di nuovo … è un slenzio impressionante.

Con questi pensieri, giungo in uno slargo tra gli alberi e, guardando in alto, scorgo un tratto di cielo libero da vegetazione. Devo essere arrivato al limite degli alberi. Infatti, il punto che avevo individuato delimita la zona boschiva, superato questo il panorama ti si para davanti in tutta la sua immensità : non è la prima volta ma è sempre una esperienza forte. Capisci quanto siamo piccoli e ringrazi per aver la possibilità di vedere la natura in questo suo splendore.

I Balzi del Fabuino

14-Controcima della Nuda

Guardo davanti a me il ripido fronte della controcima de La Nuda dove si stagliano tra il verde le rocce dei Balzi del Fabuino, dietro il profilo del Corno, sulla sinistra le cime boscose di una catena di monti tra i quali si distingue, per la sua caratteristica doppia cima, Il monte Gennaio.

15-cime boscose col monte gennaio a desta

Mi riposo un attimo, il tempo di fare qualche foto e riprendo il sentiero CAI 129 che, superato un ultimo breve tratto boschivo o meglio arbustivo, si svilupperà  all'aperto regalandomi panorami suggestivi e mozzafiato per i caldi toni dell'autunno che colorano di ruggine-rosso i mirtilleti.

18 -Balzi del Fabuino

In breve giungo sui Baalzi del Fabuino, in alcuni punti mi aiuto con le mani per superare alcune rocce. Mi fermo per prendere fiato, ma anche per gustarmi il panorama. Ora sulla mia destra vedo la inconfondibile sagoma del Cimone e del Libro Aperto, mi si para davanti anche il lato Nord Ovest de La Nuda che pare colorata di rosso. Sulla sinistra imponente il monte Gennaio.

21 - La nuda dal versante dei balzi del Fabuino

Superati i Balzi del Fabuino, guardo in basso ed effettivamente mi rendo conto perche ci si raccomanda di non soffrire di vertiginii. Prosegui e mi lascio alle spalle la controcima del La Nuda:davanti a me si  distingue il sentiero che serpeggiando sul crinale in mezzo ai mirtilleti mi porterà in cima al La Nuda dove mi godo una meritata sosta mangiandomi una mela.

Il monte La Nuda

Prendo fuori il mio binocolo (o meglio monocolo da poco acquistato) e seguo il profilo montuoso di fronte a me: Monte Gennaio, Corno, Cupolino, Lago Scaffaiolo e Rifugio Duca degli Abruzzi, Spigolino, i monti della Riva, Libro Aperto, Cimone … come non essere felice.

 

Il Corno alle Scale

24-i cammino verso il corno

Forse sono passati 10 minuti, zaino in spalla e si riparte. Prossima meta la cima del Corno per i Balzi dell'Ora. Si scende da La Nuda e si arriva al Passo del Vallone sempre percorrendo Il CAI 129, da qui lentamente, si affrontano i Balzi che non permettono di aver fretta. Ma comunque sia passo dopo passo, qualche sosta per riprendere fiato e godersi il panorama della salita, arrivo in cima ai piedi della Croce di ferro che sormonta Punta Sofia. Qui mi fermo per una sosta un pò più lunga sia perchè è ora di mangiare sia perchè il bello di questi trekking è anche godersi la natura che ci circonda. Così lo sguardo spazia a 360 gradi e lo spirito si rinfranca per le sensazioni provate.

29-Panorama vs Ovest dal Corno-Cupolino-Spigolino

Vicino a me c'è un gruppetto di ragazzi pieni di energia che nonostante la salita, hanno la forza di salire sul traliccio della Croce. Quando scendono chiedo a loro un pò d'acqua. Gentilmente me la offrano. In montagna si è sempre più disponibili che altrove.

Più in là due coppie stanno mangiando, non posso fare a meno di ascoltare ciò che dicono e imparo che mangiano vegano/vegetariano e discutono sulla teoria per la quale se i molluschi non hanno un sistema nervoso primario, e quindi non provano dolore, possono o no rientrare nella dieta dei vegani. A seguire altra teoria di un biologo secondo  cui invece anche le piante hanno una sorta di sistema nervoso che può far loro provare dolore, ma se questo è vero non dovrebbero rientrare nella dieta dei vegani … che a questo punto non potendo mangiare nulla … potranno nutrirsi di tutto.

Ascolto distrattamente e sorrido, intanto mi guardo in giro, tiro fuori di nuovo il monocolo e mi dedico con calma all'osservazione del panorama che mi circonda. Ad un certo momento, sono  distratto dal  profumo di caffè e dal classico borbottio di una caffettiera, mi giro e mi rendo conto di non aver delle allucinazioni, ma che i ragazzi pieni di energia si sono portati anche il caffè e fornellino …

Decido di rimettermi in cammino, zaiono in spalla, un veloce saluto alle due compagnie e mi dirigo verso punta Giorgina. Qui  mi giro verso la croce prima di perderla completamente di vista di vista e di nuovo il panorama che vedo mi sorprende.

La discesa verso il rifufio Segavecchia

34-Verso Monte Gennaio

Arrivo velocemente al passo dello Strofinatoio, tanto velocemente che lo supero e dopo una decina di minuiti, mi rendo conto di aver sbagliato strada. Stavo andando verso il Cupolino, mentre allo Strofinatoio dovevo lasciare il CAI 129 e prendere il CAI 00 verso Porta Franca. Poco male. Torno indietro e prendo il CAI 00  che scende ripidamente il primop tratto attraverso gradoni artificiali, per poi continuare in una discesa più moderata: di fronte a me ho il monte Gennaio. Arrivo al Passo del Cancellino e qui lascio il sentiero CAI 00 e scendo per il sentiero CAI 121 in direzione del Rifugio Segavecchia. Mi precede un gruppetto di una decina di ragazzini intorno ai 10 12 anni che insieme ad alcuni adulti sono venuti anche loro a camminare. Sono fermi per una pausa e ne approfitto per superarli.

39 Rifugio Segavecchia

Il sentiero CAI 121, rientra dopo poco nel bosco e qui ripidamente scende e qui comincio a sentire la fatica della discesa ed un inizio di dolore ai piedi. In effetti le discese ripide e lunghe si rivelano più stancanti delle salite.

Finalmente trovo una sorgente (La Pannacca) con un'acqua incredibilmente fredda. Mi disseto, riempio la borraccia  e proseguo per il rifugio dove arriverò poco dopo.

Qu mi concedo un the caldo prima di riprendere la strada asfaltata che in circa tre chilometri mi riporterà al punto di partenza: Pianaccio.

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Ecco qui di seguito la traccia GPS

Da non fare …

Al Rifugio dei Bagnadori non c'ero ma stato, ma sapevo che c'erano una serie di sorgenti, e qui ho fatto un errore da non ripetere più. Sono partito senza acqua contando di fare rifornimento ai Bagnadori e, giunto al Rifugio ho visto, con grande disappunto, che tutte le fonti erano secche. Quindi ero senza acqua per tutta la giornata. Questa stagione, ho imparato dopo, è quella di minima delle falde in quanto si esce da un lungo periodo di bassa piovosità. Per fortuna avevo con me, oltre a qualche panino due buone mele che, in aggiunta ad un pò d'acqua elemosinato al Corno, mi sono bastate fino alla sorgente Pannaccia lungo il sentiero  CAI 121 verso il rifugio Segavecchia.