2019-La Rotta FranceseCammino di SantiagoVie e Cammini

Giorno 30: da Palas de Rei ad Arzua

Prima. Giorno 29: da Portomarin a Palas de ReiDopo. Giorno 31: da Arzua a O’ Pedrouzo

Domenica, 30 giugno. Questa mattina sveglia involontaria alle 5:00. La pellegrina sopra di me scendendo dal letto, mi ha svegliato e sapevo che non mi sarei addormentato così mi sono alzato e preparato anch’io. La cosa non mi dispiace affatto perché sto scoprendo che mettersi in cammino presto ha la capacità di risvegliare prontamente le mie energie.

Lascio Palas de Rei che ancora è buio

Per tutta la giornata il cielo è stato coperto ma senza pioggia. Con dislivelli insignificanti, oggi la pista entrava e poi usciva da piccoli pueblos dove questi “horreos” erano presenti in quasi tutte le fattorie.

Un horreo

Fatti a volte di legno, in pietra, col tetto in paglia, alcuni ancora utilizzati altri evidentemente abbandonati. Poi si attraversano praterie con mucche e pecore al pascolo e boschi con grandi alberi in una natura da un effetto sorprendente anche per la rigogliosa abbondanza di verde.

Mi sono fermato dopo pochi chilometri a fare colazione in un bar dall’aspetto improvvisato con una baracca a fianco del sentiero con alcuni tavolini e sedie. Poco dopo è arrivato un ragazzo con motorino e quando è sceso ho notato che aveva la gamba sinistra artificiale. Si è messo a preparare un banchetto tirando fuori timbri e tamponi. Quando mi sono alzato mi sono fermato da lui per fare due chiacchiere. Mi ha posto sul mio diario e credenziali timbri in ceralacca. Quando gli ho detto che venivo da Bologna con un sorriso mi ha spiegato che è venuto proprio al Rizzoli, l’ospedale ortopedico di Bologna, per farsi fare la protesi. Mi dice che ne ha anche una che usa  per la corsa in quanto partecipa a gare paraolimpiche. Sorridendo poi mi ha detto che in un primo memento ha creduto fossi brasiliano per l’accento marcato con la “esse”.

Il ponte a schiena d’asino prima di Fuerlos

Ho ripreso il Cammino e, dopo un ponte romano a schiena d’asino, sono arrivato a Fuerlos e sono entrato nella chiesa di San Xoan dove  c’è, per me,  un preziosissimo crocefisso con un grande significato chiamato “el Cristo de la mano tendita”: il Cristo in Croce ha una mano tesa verso il basso come voler incoraggiare e ravvivare la speranza al pellegrino in Camino per raggiungere la tomba dell’Apostolo.

Il “Cristo da la mano tendita” nella chiesa di Fuerlos

Mi fermo davanti a questa immagine che ho desiderato tanto di vedere e contemplare già quando da casa ne avevo letto notizie.

Riprendo il Camino supero Melide dove i ristoranti che cucinano polipo fanno bella mostra di se.

Incontro la ragazza californiana conosciuta a Samos. Facciamo il resto della tappa insieme: lei ha male a un piede e a me ha iniziato a fare male una caviglia.

Un pueblo immerso nella pace

Sono ad Arzua quasi 14 km passato Melide e Santiago dista meno di 40 km.

Gli amici pellegrini ritrovati

In questa zona si mangia il famoso “pulpo gallego” e questa sera me lo regalo in compagnia di amici del Cammino che ho ritrovato qui all’albergue.  Nel frattempo in paese si stava preparando la festa di San Xuan con falò, gruppi musicali e balli. Purtroppo alle 22.00 il nostro albergue chiudeva così abbiamo fatto appena in tempo a sentire un gruppo di musici che si era fermato davanti all’Albergue poi a letto da bravi.

Alcuni musici iniziano lo spettacolo per strada

Lo spirito è alto e l’attesa dell’imminente arrivo a Santiago inizia a farti sentire bene e rinnova le energie. Come tutte le cose anche questo sta volgendo al termine e un turbinio di pensieri si accavallano nella mente.

La camerata dell’albergue di Arzua

Come pensavo ieri, sicuramente l’idea di  tornare a casa mi rende felice e questo lungo Cammino che si è sviluppato nel tempo, nello spazio e nell’anima resterà per sempre nel mio cuore. Tanti posti visti, tanta gente incontrata, tanti pensieri che si sono sovrapposti, inseguiti e rincorsi. Molto probabilmente i miei passi non sono stati solo sui sentieri, ma anche dentro di me. Le interminabili piste delle mesetas mi hanno imposto di conoscere meglio me stesso con mia determinazione a proseguire nonostante il dolore ai piedi che mi prendeva lo stomaco sostenuto anche dalle voci di casa e da quelle dei miei amici. Tutto questo è stata sicuramente una bella esperienza di vita che mi ha arricchito.

Prima. Giorno 29: da Portomarin a Palas de ReiDopo. Giorno 31: da Arzua a O’ Pedrouzo
Dati tecnici
Distanza : 31 km
Durata8,10 ore
Dislivello in salita:654 mt
Dislivello in discesa: 819 mt
Altitudine min.: 305 mt
Altitudine max.: 553 mt
Il percorso