Via degli DeiVie e Cammini

La Via degli Dei: a piedi da Bologna a Firenze in cammino con mio figlio

La tua strada è tua e tua soltanto.

Qualcuno potrà camminarti di  fianco, ma  nessuno potrà camminare al posto tuo.

(Tiroep O’ Gral)

Da tempo pratico escursionismo, una passione che penso di aver trasmesso anche ai miei figli. Camminare in mezzo alla natura, percorrere crinali ammirando panorami a perdita d’occhio, o sorprendersi per la bellezza di un sentiero che si perde in una fitta faggeta; l’emozione di incrociare per un attimo con la coda dell’occhio  la sagoma di un cervo o di un capriolo; ascoltare i profondi silenzi rotti solo dal tuo respiro cadenzato coi tuo i passi: sono ragioni sufficienti per buttarti giù dal letto la mattina presto di sabato, prendere lo zaino e scarponi preparati la sera prima e raggiungere in macchina quello che sarà il punto di partenza e di arrivo della tua escursione di una giornata che hai preparato con cura.

Perché fare un cammino

Il cammino è diverso da una escursione di una giornata. In un cammino ogni giorno ti sposti da una tappa all'altra. Hai una meta da raggiungere. Vuol dire mettere tutti i giorni gli scarponi ai piedi e lo zaino in spalla anche se i piedi cominciano a fare male e la schiena a volte brucia. Giorno dopo giorno ti avvicini alla meta, lasciando alle spalle chilometri di sentieri e sulle spalle e sulle gambe tanta fatica accumulata .Un cammino è fatto di fatica che si protrae anche il giorno dopo, determinazione, capacità di superare i momenti di sconforto che possono arrivare per il timore di non farcela, incoraggiarsi vicendevolmente col compagno di viaggio.

Vuole però anche dire gioire per i paesaggi che scopriamo, per le cime che riusciamo a raggiungere o  per le distanze che riusciamo a coprire.

Vuole dire arricchimento spirituale per le persone che incontriamo, per le emozioni che proviamo insieme ai nostri compagni di cammino.

Tutto questo l’ho provato con la mia Via degli Dei.

Cosa troverai in queste pagine

Se hai voglia di continuare a leggere, non aspettarti di trovare qui una guida precisa e puntuale sulla Via degli Dei, su internet e in libreria, ne troverai quante ne vorrai e molto competenti, quello che qui troverai sono mie riflessioni scritte in libertà come rivolte ad un amico che vuole fare il cammino e mi chiede di raccontargli come è stato il mio.

Ti racconterò le mie tappe, le difficoltà affrontate, dove ho trovato acqua, dove ho dormito, cosa ho messo nello zaino, ti fornirò i tacciati GPS e qualche consiglio che sulle guide non troverai.

Quindi solo un  racconto molto soggettivo di un cammino che ho voglia di condividere con chi lo ha già fatto o con chi si appresta a farlo, con chi vorrebbe farlo o con chi non lo farà mai ma è curioso di sapere cosa spinge a mettersi gli scarponi ai piedi, lo zaino in spalla e attraversare gli Appennini percorrendo più di 120 Km a piedi.

Perché la Via degli Dei

Il Portico di San Luca

Così, spinto da queste pensieri,  più di un anno fa avevo deciso  di fare questo cammino che poi ho dovuto rimandare ma finalmente è arrivato il momento di partire.

Io vivo nei pressi di Bologna, questa Via per me era logisticamente la più vicina e in parte già conosciuta perché percorsa in alcuni tratti durante le mie escursioni giornaliere.

Poi ha una attrazione carica di fascino per il suo  valore storico intrinseco: è un antico tracciato risalente all’età etrusca perfezionato poi dal Console romano Flaminio nel 187 a.c. che la fece per fare passare eserciti e merci  verso le nuove colonie romane oltre gli Appennini.

Ha inoltre un importante valore naturalistico: attraversa gli Appennini passando dalla pianura bolognese a quella fiorentina passando da panorami fluviali a panorami collinari, salendo sul Contrafforte Pliocenico con le sue torri di pietra modellate dalle onde del mare per poi arrivare a Madonna dei Fornelli. Da qui si giunge poi al Passo della Futa camminando sull’antico acciottolato romano per poi superare colline con notevole dislivello e scendere a San Piero a Sieve. Si sale poi sul Pratone da dove si gode di un panorama unico su Fiesole e Firenze che si raggiungono poco dopo.

Così tu cammini in mezzo ad un ambiente in continua evoluzione: Il bel percorso urbano di Bologna fino a San Luca, poi lungo il fiume Reno, poi  tra castagneti e pascoli, tra boschi di faggio e querce, tra prati coltivati  e oliveti, tra reperti di antiche strade e vecchie mulattiere, tra Borghi, Pievi, Badie e Monasteri che in antichità avranno dato ospitalità ad altri viandanti. che come noi si spostavano da una parte all’altra dell’Appennino spinti sicuramente da ben altre  motivazioni rispetto le nostre.

Come vedi ci sono tutti gli ingredienti necessari per essere invogliarti a partire certi che le fatiche del cammino saranno abbondantemente ricompensate.

Mio figlio Luca ha deciso di seguirmi e questo per me è stato un grande regalo: un’occasione unica per condividere fatiche ed emozioni con un compagno di viaggio del tutto eccezionale quale può essere solo tuo figlio.

Le Credenziali della Via degli Dei

Infosasso, uno dei promotori della Via degli Dei, ha reso disponibili le Credenziali della Via degli Dei:  Un pieghevole personalizzato con gli spazi per fare apporre timbri degli esercizi convenzionati: B&B, Hotel, campeggi e Ristoranti che si incontrano nelle varie tappe del cammino. Un ricordo che potrai tenere in mezzo ai tuoi appunti di viaggio. A Bologna lo puoi acquistare in Piazza Maggiore da Welcome Bologna o fartelo spedire direttamente da Infosasso che ti fornirà anche una lista di tutti gli esercizi convenzionati.

Da dove partire e dove arrivare

…ma quando arriviamo???

Il percorso ufficiale secondo i sacri testi inizia in Piazza Maggiore a Bologna e termina in Piazza della Signoria a Firenze.

Noi, che non siamo dei puristi, l’abbiamo terminato alle porte di Firenze.

Arrivati a Fiesole siamo scesi per la via Fiesole Vecchia arrivando a Firenze nell’estrema periferia. Qui abbiamo preso il bus nr. 7 che ci ha portato in centro per poi raggiungere Piazza Duomo per la foto di rito e poi via  in Stazione Santa Maria Novella.

Su internet mi è capitato anche di leggere che qualcuno consiglia di partire da Monzuno adducendo al fatto che il tratto precedente non merita di essere percorso in quanto non offre nessuna attrattiva; altri suggeriscono di prendere il pullman a San Piero a Sieve per raggiungere Firenze perché il tratto che segue può anche essere saltato.

Certo ognuno calibrerà il percorso secondo le proprie esigenze di tempo e di fatica ma nulla  è più falso del fatto che prima di Monzuno e dopo San Piero a Sieve la Via degli Dei non offra nulla che meriti di essere visto.

Noi siamo partiti dalla Stazione di Bologna: come dire trascurabile l’arrivo in Piazza Maggiore vero punto di partenza del cammino? oppure la salita per il portico più lungo del mondo per arrivare a San Luca?. Il tratto sulla riva del fiume  Reno o il Contrafforte Pliocenico?. Oppure che dire proseguendo da San Piero a Sieve del Castello di Trebbio? della Badia del Buonsollazzo?  del Monastero di Monte Senario?  della veduta dal Pratone e dell’arrivo a Fiesole?

In quante tappe abbiamo fatto la Via degli Dei

Verso Monte di Fo

Noi l’abbiamo percorsa in 5 giorni. Ma su internet vengono proposte varie soluzioni che vanno dai 4 ai 7 giorni. C’è anche chi l’ha fatta in 14 ore tutta di corsa con il Gran Trial della Via degli Dei o chi la fa in 3 giorni. Ma queste sono altre storie.

Sono molteplici le variabili che determinano questa scelta: fra le altre la disponibilità di tempo e la modalità di pernottamento che si sceglie, lo spirito che ti spinge a farla. Se si ha tempo e si ha scelto di dormire in bivacco, si possono aumentare i giorni avendo libertà di fermarsi dove si vuole, godendosi appieno il cammino senza essere obbligati da una meta giornaliera da raggiungere. Se si pernotta in strutture tipo B&B o Campeggio, come abbiamo fatto noi, si è condizionati dalle strutture presenti sul percorso che devono essere raggiunte.

Attenzione a non dividere le tappe solo in funzione della loro lunghezza. Guarda bene ai dislivelli presenti e al fondo che troverai. Ti racconterò fra un po’ quello che ho sperimentato io.

Le nostre tappe sono state:

  • Prima Tappa: da Bologna Stazione al B&B Sulla Via degli Dei che si trova dopo Badolo. (Km 26)
  • Seconda Tappa: dal B&B Sulla Via degli Dei al B&B Romani di Madonna dei Fornelli (Km 24)
  • Terza Tappa: dal B&B Romani di Madonna dei Fornelli al Campeggio il Sergente a Monte di Fo (Km 17)
  • Quarta Tappa: da Monte di Fo al B&B Intorno a Firenze di San Piero a Sieve (Km 22)
  • Quinta Tappa: da San Piero a Sieve a Firenze (Km 32)

Questi B&B e campeggi sono stati tutte ottimr soluzioni, così come saranno i tanti altri posti dove è possibile alloggiare in questo cammino.

Tra gli altri però mi sento di complimentarmi e con Francesca che conduce il B&B Sulla Via degli Dei dopo Badolo nei pressi del Centro di recupero della Fauna selvatica ed Elisa che conduce il B&B Romani a Madonna dei Fornelli per la loro simpatia cordialità e squisita accoglienza.

Nonostante la differenza chilometrica, le tappe sono state abbastanza equilibrate senza trascurare che ad ogni tappa si risente della fatica accumulata dalle precedenti.

L'ultima tappa è un pò lunghina ma ma tecnicamente la si riesce comunque a fare. Il problema può essere che l'arrivo a Firenze avviene in tarda serata con eventuali complicazioni per prendere il treno di ritorno oltre a passare velocemente per il centro della bella città che meriterebbe di essere attraversato con più calma. Posso consigliare, per chi può concedere un giono in più di spezzarla. A Monte Senario ci sono gli Ospitalieri della Via degli Dei che sono disponibili a ospitare i viandanti.

Come mi sono preparato

In salita vesro le Banditaccie

Come ti dicevo un cammino richiede fatica, e La Via degli Dei non fa sconti. Dobbiamo superare gli Appennini, quindi si sale su ripidi crinali per poi ridiscendere per altrettanto ripidi sentieri che a volte sono vere e proprie pietraie che ti massacrano i piedi, e questo saliscendi finisce solo alle soglie di Firenze dopo aver percorso, nel frattempo anche vari chilometri di asfalto. Quindi ti consiglio di fare in precedenza escursioni di una giornata e di metterti alla prova con ore di cammino considerando che poi sarai appesantito da uno zaino intorno ai 10kg. Io da tempo facevo regolarmente escursioni di 15-20 km ogni due settimane e questo mi è servito sicuramente.

Cosa abbiamo messo nello zaino

Zaino da 40 litri circa 10kg

Cosa mettere nello zaino e di conseguenza quale capacità deve avere questo, dipende principalmente dalla stagione in cui scegli di fare il cammino e dalla modalità di pernottamento che hai scelto, quindi struttura o bivacco. Io ti posso dire quello che abbiamo messo noi nei nostri zaini facendo il cammino in  giugno con previsione di temperature prossime ai 40 gradi e pernottando in strutture. Il mio zaino ha una capacità di 50 litri e quello di Luca di 40 litri. Abbiamo messo più o meno le stesse cose e alla fine i nostri zaini pesavano circa 10 kg, compresi i due litri di acqua a testa che contavamo di portarci dietro solo nei tratti dove non prevedevamo di trovarla, diversamente portavamo un solo litro di acqua.

Ecco le cose che abbiamo preparato per il cammino:

Abbigliamento:

  • 1 paio di Scarpe da trekking leggere
  • 1 paio diciabatte
  • 3 paia di calzettoni
  • 3 paia di mutande
  • 3 magliette tecniche
  • 1 paio di pantaloni da Trekking
  • 1 felpa
  • 1 berretto
  • 1 kway
  • 1 mantella
  • 1 scalda collo
  • 2 bandane

Accessori da trekking

  • Zaino
  • Borraccia
  • 2 bott. plastica ½ litro
  • Torcia frontale
  • Coltellino multiuso
  • Bastoncini telescopici
  • Bussola
  • Cartina
  • GPS
  • Sacco a pelo

Alimentazione

  • Barrette energetiche
  • Noci sgusciate
  • Mandorle sgusciate
  • Banana disidratata
  • Albicocche disidratate
  • Zenzero disidratato
  • Integratori salini

Pronto Soccorso

  • Cerotti vari
  • Cerotti vesciche
  • Cerotto telato
  • Cerotti emostatici
  • Rotolo di garza
  • Retina per garze
  • Compresse di garza
  • Cotone idrofilo
  • Disinfettante liquido
  • Tachipirina
  • Laccio emostatico
  • pomata punture insetti
  • Coperta termica
  • Crema Arnica
  • Crema solare
  • Autan zanzare

Igiene

  • Asciugamano in microfibra
  • Sapone liquido
  •  Spazzolino
  • Dentifricio
  • Sapone da bucato
  • Deodorante
  • Shampoo
  • Lametta barba
  • 3 Fazzoletti da naso
  • Carta igienica
  • Salviette lavamani

 

Questa lista ti può servire come idea per orientarti su cosa prendere. Alcune cose, come il Kway o medicinali, non li ho usati, ma ci sono cose che comunque occorre portare anche se poi non si usano. Altre cose come i bastoncini da trekking possono essere lasciati a casa, dipende da come sei abituato a camminare.

Forse, in questa stagione, potevamo limare su un ricambio di abbigliamento lasciando a casa 1 paio di calzettoni, mutande e maglietta, poichè lavando la sera la mattina era praticamente asciutto e se non lo era la si appendeva allo zaino. Ma  il risparmio in peso sarebbe stato trascurabile.

Non abbiamo preso una stuoia o modul da usare nelle soste per riposare. Questo ci è mancato.

 
Con quali scarpe abbiamo fatto il cammino

Le scarpe forse sono la cosa fondamentale a cui pensare seriamente e in tempo e non ridursi all’ultimo minuto per deciderne l’acquisto. Vanno poi calzate con un paio di calzettoni specifici da trekking, senza cuciture che aiutano ad evitare o ridurre le vesciche. Noi, in qualche modo abbiamo sbagliato entrambi. Luca ha iniziato a soffrire di vesciche dalla prima tappa ed io ora mi ritrovo una vescica e una infiammazione sotto  la pianta di ogni piede.

Inizialmente avevo pensato di fare il cammino con i miei collaudati scarponi da trekking con suola in vibram e di portarmi un secondo paio di scarpe leggere con suola grippante per l’asfalto. Poi ho sentito che molti sconsigliavano gli scarponi perché troppo pesanti, altri dichiarano di averlo fatto con scarpe da tennis così ho deciso di lasciare a casa gli scarponi e usare solo le scarpe leggere che già da un mese stavo portando. Purtroppo la suola non era performante come avrebbe dovuto essere, e la discesa dal Passo dell’Osteria Bruciata a San Piero a Sieve fatta di chilometri di pietraie in ripida discesa e asfalto  mi ha massacrato la pianta dei piedi.

Luca invece aveva comprato un paio di scarpe leggere e tecniche perfette per la situazione: l’errore è stato quello di averle acquistate due giorni  prima della partenza, così le vesciche a talloni e dita si sono sprecate.

In conclusione: scarpe leggere, suola in vibram, usate e collaudate molto bene un buon paio di calzettoni. Se sono in gore-tex si ha il vantaggio che in caso di pioggia o in caso di  attraversamento di prati bagnati, i piedi restano all’asciutto, lo svantaggio è che la traspirazione, seppur garantita è inferiore a quella delle scarpe senza gore-tex.

 
Dove abbiamo trovato gli approvvigionamenti

Rifornimento d’acqua ai Capannoni

Quando si cammina e si fatica suda, soprattutto in estate il bisogno d’acqua aumenta. Bisogna stare attenti ad essere sempre ben idratati. Molti lamentano il fatto che sulla Via degli Dei non ci sia sufficiente acqua. Io non me la sento di smentire questa affermazione, in quanto è una considerazione molto soggettiva. Dipende di quanta acqua si ha bisogno . Noi bevevamo circa 2 – 3 litri di acqua a tappa e ho notato che dove pensavamo di non trovarla e si partiva  con  2 litri a testa, arrivavamo alla fine della tappa senza aver toccato la borraccia da 1 litro poiché per strada si trovava sempre una sorgente, una fontana  o una casa dove potevamo riempire le bottiglie da ½ litro e bere a sazietà. La regola è questa: quando si ha la possibilità di rifornirsi di acqua bisogna bere come un cammello anche se non si ha sete.

Dove si trova l’ acqua

Noi l’acqua l’abbiamo trovata, nel mese di giugno,  nei siti indicati di seguito: occorre tenere presente però che sia le sorgenti che le case private si possono, stagionalmente, trovare indisponibili perché le prime secche e le seconde chiuse.

1° tappa – Trascurando bar ed esercizi commerciali a Bologna: San Luca (fontana), Parco Talon (fontana), Ca dei Piedi  (casa privata su  strada asfaltata alla fine della sterrata del lungo Reno),  pressi di Badolo (B&B Nuova Arborea)

2° tappa– Campiuno (sorgente), Brento (fontana), Tre Fasci (bar), Monzuno (fontana in piazza o presso Casa degli Alpini), B&B Arte nel Bosco prima di Poggio Santa Croce, case private a Le Croci.

3° tappa: Casa privata a Le Scope, Sorgente I Capannoni, Sorgente prima della cima de Le Banditacce.

4° tappa: a 10 minuti dal passo dell’Osteria Bruciata oppure prendere la deviazione a destra dopo la discesa da Monte Gazzaro la si incontra prima di arrivare al passo dell’Osteria Bruciata., Casa privata sulla strada asfaltata prima dell’incrocio con Sant’Agata, fontana presso il Cimitero di Gabbiano.

5°  tappa: Trebbio , pozzo con fontana, poi a poche centinaia di metri altri tre pozzi, Fontana a Monte Senario presso il Monastero, Vetta le Croci con deviazione per raggiungere un bar.

Dove mangiare

Per quanto riguarda il mangiare, noi abbiamo “pranzato” per  le prime tre tappe con alimenti energetici (vedi lista) accompagnati da poco altro e la sera una buona cena a base di carboidrati che garantiscono un buon apporto energetico. Direi che a Badolo, Brento, Monzuno, Madonna dei Fornelli, Monte di Fo, San Piero a Sieve, nei pressi di Sant’Agata, a Vetta le Croci sia possibile rifornirsi di alimentari .

 
Come abbiamo organizzato le tappe

Nella sosta si stende ad asciugare

 

La mattina sveglia alle 07:00, colazione alle 07:30 e sul sentiero alle 08:00. A metà mattina una sosta di circa 30 minuti dove ci si toglieva zaino scarpe e calzettoni, si mangiava uno snack e ci si riposava.  Altra sosta verso le 13:00  sempre inferiore all’ora per il pranzo, infine arrivo alla tappa intorno dalle 16:30 alle 17:30. Doccia e riposo davanti ad una bella birra fresca. Poi cena e verso le 21:30 in branda.

Tra queste soste principali altre brevi soste per il tempo di bere, scattare qualche foto, ammirare panorami, mangiare lamponi,  o riprendere fiato durante una ripida salita  e quasi sempre lasciando lo zaino in spalla.

Mappe, GPS e segnavia

Premesso che tutto il percorso della Via è sufficientemente segnalato, è sempre consigliabile  avere con se una mappa in scala 1:25.000 e una bussola. Personalmente ho usato la mappa solo alcune  volte per avere conferma su alcune deviazioni dubbie o per avere idea in quale punto della tappa fossimo arrivati. In libreria esistono varie pubblicazioni di mappe pertanto ognuno sceglierà quella più indicata alle proprie esigenze. Esistono anche APP per smartphone  con funzione GPS che possono essere utili nel seguire o registrare il percorso.

Grado di difficoltà delle tappe

Per chi volesse approfondire i dati tecnici di questo cammino, in questo articolo " Le tappe della mia Via degli Dei" troverà informazioni utili per poter meglio organizzare il proprio cammino

 

Arrivati a Firenze …e il cammino è finto!! .. o no??

.... arriva in Piazza Duomo ...

Arrivati!!!

Mentre da Fiesole scendevamo verso Firenze, nella mente mi passavano in un baleno scene accelerate dei giorni passati  e mi soffermavo a pensare: “… abbiamo attraversato gli Appennini a piedi…” e trattenevo a stento l’emozione.

Incrociando lo sguardo di  Luca mi accorgevo che anche lui i aveva gli occhi  lucidi.

Anche lui stava  provando le mie stesse emozioni. 

Ci siamo allungati “un cinque” senza dirci nulla ma con uno sguardo che rivelava contentezza e soddisfazione.

Fatti i biglietti e saliti in treno, dopo qualche minuto il fischio del Capostazione seguito dal movimento del treno che partiva ci scuote dai nostri pensieri.

Un tuono più forte degli altri fa aprire le cataratte e una pioggia copiosa, trattenuta a stento fino a quel momento,  scivola sui finestrini.

Io e Luca ci guardiamo. Siamo uno di fronte all’altro. Non diciamo nulla ma siamo entrambi profondamente emozionati e contenti.

Guardiamo fuori dal finestrino e vediamo scorrere velocemente quei crinali che a fatica i giorni precedenti abbiamo percorso. Tornano alla mente i momenti di gioia e quelli di sconforto per il timore di non farcela gli incoraggiamenti reciproci e le pacche sulle spalle in segno di incoraggiamento .

Con la TAV in poco più di 30 minuti si è a Bologna…30 minuti seduti comodamente  in poltrona…noi cinque  giorni con lo zaino in spalla e male ai piedi per la troppa fatica del camminare…nel cuore la gioia di esserci riusciti …il cammino diventa una metafora della vita … nella vita si è sempre in cammino … si condividono gioie e fatiche … ci si incoraggia e sostiene a vicenda..  si hanno mete da raggiungere e obbiettivi da realizzare..:  quindi il cammino non è finito … il cammino continua.

Allora sia!  Buon cammino nella vita a tutti…