EscursioniParco di Monte Sole

A Monte Sole per non dimenticare

Sabato 20 febbraio, in una bella giornata primaverile fuori stagione, abbiamo risposto in molti alla proposta di Vito Paticchia di trovarci per un trekking nel Parco storico di Monte Sole. In realtà definire questa una giornata di trekking è piuttosto limitativo, infatti lo scopo principale è stato quello di testimonianza per non dimenticare. Abbiamo camminato ripercorrendo alcuni dei luoghi simbolo del memoriale di quella che è stata una delle stragi naziste più efferate contro inermi civili e che è passata alla storia come Eccidio di Marzabotto che ha visto il maggior numero di caduti sul vicino Monte Caprara, Monte Sole e nei borghi di Casaglia e Sperticano.

Chiesa di Sperticano

Da Pian di Venola che abbiamo raggiunto in treno, ci siamo diretti verso Sperticano dove si è ricordato D. Giovanni Fornasini, giovane sacerdote trucidato dai fascisti il 13 ottobre 1944: Medaglia d’oro della Resistenza e, dal gennaio 2021, beatificato da Papa Francesco.

Vito racconta i drammatici momenti che precedettero la strage

Proseguendo su di un sentiero in salita abbiamo raggiunto poi la sella tra Monte Caprara e Monte Sole, qui ci siamo fermati ad ascoltare le rievocazioni storiche di Vito che ci ha raccontato gli ultimi drammatici momenti della strage. Una strage di civili pianificata dai nazisti che volendo fermare il Fronte in quella zona, decisero di fare terra bruciata attorno alla Brigata Partigiana Stella Rossa sterminando la popolazione civile che poteva rivelarsi come sostegno logistico ai partigiani stessi. Mentre le squadre delle SS naziste procedevano al rastrellamento che durò più giorni, i partigiani rifugiatisi sui monti assistettero impotenti all’uccisione di donne, vecchi e bambini. Fu drammatica la scelta di sciogliere la Brigata consegnandosi agli Alleati che da Sud stavano incalzando le truppe naziste in ritirata.

Cima del Monte Sole

Siamo saliti sulla cima di Monte Sole dove una stele ricorda la Brigata Partigiana Stella Rossa capitanata da Lupo che perse la vita in uno dei primi scontri coi nazisti. Qui Vito ha lasciato tre rose rosse che sono state messe in cima alla stele vicino alla Stella Rossa.

Vito legge la testimonianza di una sopravvissuta
Lasciamo delle rose

Dopo aver ammirato il bel panorama verso il Cimone e il crinale innevato siamo scesi raggiungendo il cimitero di Casaglia. Sul muro, una lapide racconta la strage. Le due righe iniziali riportano un folle pensiero di Hitler:

Dobbiamo essere crudeli. Dobbiamo esserlo con tranquilla coscienza.

Dobbiamo distruggere tenacemente, scientificamente

Questo luogo fu testimone di uno dei momenti più drammatici. La mattina del 29 settembre 1944 iniziarono i rastrellamenti, bruciavano le case, erano rimasti nelle case solo donne vecchi e bambini. Dai casali intorno, si riunirono tutti nella chiesa di Casaglia dove il parroco stava dicendo messa. Erano relativamente tranquilli sapendo che i nazisti stavano cercando i partigiani, nessuno si sarebbe aspettato quello che stava per succedere. Entrarono in Chiesa i tedeschi e fecero uscire tutti sul sagrato. Il Parroco si era fermato in chiesa con una donna che non poteva muoversi. I tedeschi lo ammazzano sul posto. Portano tutti i civili qui nel cimitero dove ora ci troviamo. Il cancello è chiuso, i tedeschi ,lo abbattono con il calcio dei fucili. Spingono i civili dentro, poi iniziano a sparare ad altezza uomo, lanciano anche delle bombe a mano. Dopo la carneficina, passano tra i caduti per accertarsi che non ci fossero dei sopravvissuti. Moriranno 195 persone di 28 famiglie tra cui 50 bambini. Alcuni si salveranno coperti da altri cadaveri. Questi avvenimenti non devono essere dimenticati. Dopo queste testimonianze, lasciamo anche qui altre tre rose rosse.

La Chiesa di Casaglia
Tre rose rosse ai piedi dell’altare

Lasciamo il cimitero per raggiungere la Chiesa di Casaglia. Le immagini raccontate da Vito scorrono nella mente con tutta la loro atrocità. Raggiungiamo la Chiesa dove si erano radunati i civili certi che in un luogo sacro sarebbero stati al sicuro. Ma i piani dei tedeschi erano altri.

Lasciamo tre rose rosse ai piedi dell’altare e ci avviamo per raggiungere il Poggiolo, il centro visite. Nonostante la pandemia c’è abbastanza gente in giro però tutti sembrano rispettosi delle distanze e dell’uso della mascherina. Mangiamo, alcuni al ristorante e altri al sacco. Aspettiamo che apra il banchetto che raccoglie le firme contro la propaganda nazista e fascista. I recenti attacchi alla Senatrice Liliana Segre sono un segno che non bisogna abbassare la guardia e che i valori di convivenza civile vanno sempre difesi. Il passato non deve cadere nell’oblio,

Raggiungiamo Pian di Venola felici della bella giornata e coscienti del sacrificio di tanti per la nostra libertà di oggi