Via degli DeiVie e Cammini

Le tappe della mia Via degli Dei

In questo cammino, ho sperimentato una cosa tanto ovvia ma altrettanto poco presa in considerazione: la difficoltà di una tappa non dipende solo dai chilometri percorsi, ma dal dislivello in salita e soprattutto in discesa che si deve superare, oltre ad un altro fattore importantissimo che è il tipo di fondo che i tuoi piedi devono calpestare.

Tieni conto che, come detto all’inizio di questa lunga chiacchierata, io ho 60 anni pertanto ti parlo della mia percezione. Certamente un ventenne che va per sentieri come uno stambecco potrà sorridere di queste mie considerazioni.

 In breve cerco di descriverti le nostre tappe e il grado di difficoltà da me percepito in modo che tu possa  farti un’idea di cosa dovrai affrontare.

Prima tappa: Bologna Stazione – B&B “Sulla Via degli Dei”:

Verso La Commenda

Grado di difficoltà:  Facile

Lunghezza tappa: 26,21 km

Dislivello in salita: 952 mt

Dislivello in discesa: 494 mt

Altitudine max: 530 mt

Altitudine min: 48 mt

Tempo: circa 9h compreso le soste

 

Tipo di fondo: percorso urbano, sentieri in terra battuta, asfalto, sterrate.

Scarica la traccia della Prima Tappa

Questa è stata una bella tappa ed anche facile, forse perché è la prima. Si svolge sul percorso urbano di Bologna affrontando la prima salita al Meloncello per raggiungere  il Santuario della B.V di San Luca. Qui si scende velocemente per il sentiero dei Brigoli raggiungendo Parco Talon.  Inizia qui un lungo percorso in piano  sulla riva destra del fiume Reno con sentiero in terra battuta. Terminato il sentiero inizia una strada asfaltata secondaria dove incontriamo abitazioni private in una delle quali noi abbiamo chiesto acqua e ci siamo riposati. Arrivati sulla strada asfaltata per le Ganzole si sale poi a Prati di Mugnano per sentiero in terra battuta. Ai Prati di Mugnano abbiamo fatto la sosta per il pranzo. Da qui, ancora in leve salita, sempre su sentiero si arriva a La Commenda. Seguendo il segnavia si prende il sentiero a sinistra per Via delle Orchidee e su sterrata si raggiunge  la strada asfaltata che va a Badolo. Superato il B&B Nova Arbora, dove la proprietaria, gentilmente ci ha fornito di acqua, abbiamo preso la sterrata in lieve salita e poi il sentiero  in terra battuta che ci ha portato al termine della prima tappa al B&B Sulla Via degli Dei dove Gas il cane a tre zampe, ci ha accolto amichevolmente.

 

Seconda tappa: B&B sulla Via degli Dei- Madonna dei Fornelli

Parco eolico di Monte Galletto

Grado di difficoltà: medio impegnativo

Lunghezza tappa: 24,25 km

Dislivello in salita: 1184 mt

Dislivello in discesa: 886 mt

Altitudine max: 943 mt

Altitudine min: 404 mt

Tempo: circa 8,40 h compreso le soste

 

Tipo di fondo: sentieri in terra battuta, molto asfalto, sterrate.

Scarica la traccia della Seconda Tappa

L’aver pernottato nel B&B Sulla Via degli Dei , ci ha permesso di guadagnare 4 km sulla tappa successiva cosa che si è rivelata molto utile. Siamo saliti su monte Adone senza troppa fatica per tratto di sterrata in terra battuta e poi sentiero a volte in ripida salita. Sotto la Croce a due facce (una bianca e una nera), c’è il libro delle vette sul quale si può lasciare una frase per ricordare il proprio passaggio. Poi discesi a Brento su sterrata  abbiamo fatto una breve sosta alla fontana a fianco della trattoria  per bere e rifornirci di acqua e poi  abbiamo proseguito per la strada asfaltata verso Monzuno. Poco dopo, una deviazione su una stradina asfaltata secondaria che  poi diventa sentiero in prossimità di  Monterumici,  ci ha ricondotto di nuovo sulla strada principale per Monzuno. Dove siamo arrivati, proseguendo su asfalto in  Piazza XXIV maggio. Qui in piazza abbiamo sostato per il pranzo ci siamo riforniti di acqua e poi ci siamo rimessi in cammino passando dal Rifugio degli Alpini dove  c’è un’altra fontana. Proseguendo poco dopo su un sentiero  che ci ha portato a Poggio Santa Croce dove siamo passati sotto la stazione radio che si vedeva in lontananza dopo Brento. Poi avanti ancora su a Monte Galletto dove siamo passati dal parco eolico ed infine abbiamo raggiunto Madonna dei Fornelli. La tappa è molto bella e la difficoltà si risente per i dislivelli affrontati che non sono stati indifferenti.

 

Terza tappa: Madonna dei Fornelli – Monte di Fo

Strada Romana al passo della Futa

Grado di difficoltà: Medio impegnativo

Lunghezza tappa: 17,34 km

Dislivello in salita: 755 mt

Dislivello in discesa: 785 mt

Altitudine max: 1206 mt

Altitudine min: 766 mt

Tempo: circa 7,40 h compreso le soste

 

Tipo di fondo: sentieri in terra battuta, brevi tratti di asfalto, sterrate, breve tratto di sentiero con fondo pietroso in lieve pendenza ma fastidioso.

Scarica la traccia della Terza Tappa

Siamo partiti da Madonna dei Fornelli e saliti a Monte dei Cucchi per sentiero in terra battuta poi scesi per sterrata in mezzo ad una bella pineta fino a raggiungere un quadrivio a Pian di Balestra. Abbiamo continuato diritto su strada asfaltata che abbiamo percorso fino al termine   per poi prendere il sentiero a sinistra. Poco dopo si incontra prima una antica cava di pietra, usata dai romani nel 187°.c. per la costruzione della Flaminia Minor  e poi si cammina su di un tratto di questa antica strada. Siamo giunti in località Capannoni dove un cartello indica una sorgente poco distante. Questo potrebbe essere un ottimo posto di sosta per chi pernotta in bivacco. Qui c’è acqua , barbeque e tavoli, non manca lo spazio per piantare la tenda. Si procede poi per bei sentieri, fino a raggiungere Pian degli Ossi dove è presente un reperto di un’antica fornace per la cottura di vasellame. Sembra che i primi reperti furono bastoncini bianchi confusi inizialmente per ossa e che poi si rivelarono prodotti da cottura di gesso. Da qui forse il nome della piana.

Si si continua fino ad un incrocio al Passeggere da dove si inizia a salire su ripida salita verso Le Banditacce lasciando alla nostra destra un piccolo laghetto..  Il sentiero in terra battuta permette comunque un’andatura spedita. Dopo aver raggiunto una piana non si è ancora arrivati. Si deve raggiungere la cima che abbiamo di fronte attraversando questa spianata su un prato per poi ricominciare a salire. Un cartello rosso, prima della cima vi indica una sorgente. Conviene fermarsi qui se dobbiamo pranzare. C’è acqua ed  un comodo tavolo. Ripreso il cammino arriviamo in cima a Le Banditacce. Se dovete passare la notte in tenda siete vicino ad un capanno di cacciatori sempre aperto con barbeque e tavoli al coperto e soprattutto questo può essere un provvidenziale riparo in caso di  violenti temporali. Per raggiungerlo non ci sono chiare indicazioni: appena il sentiero finisce di salire, e diventa piano sulla cima, alle vostre spalle a tre o quattro metri a sinistra da dove siete saliti dovete individuare un sentiero che scende ripidamente. Prendendo questo sentiero in discesa in 5 minuti sarete al capanno. Proseguendo invece sul nostro sentiero incominciamo a scendere su sentiero non impegnativo fino a raggiungere la strada asfaltata e poco dopo il Cimitero Tedesco del Passo della Futa. L’ultimo tratto di sentiero che si prende dopo la rotonda ti massacra un po’ i piedi in quanto ha un fondo in pietre appuntite e sconnesse che fai fatica ad evitare. Ma per fortuna non è lunghissimo.  In prossimità di l’Apparita incontriamo un bivio al quale occorre proseguire diritto per raggiungere il Camping il Sergente. A questo bivio siamo poi ritornati il giorno dopo per riprendere il cammino verso Monte Gazzaro.

 

Quarta tappa: Monte di Fo – San Piero a Sieve

Pineta nei pressi dell’Osteria Bruciata

Grado di difficoltà: Molto Impegnativo

Lunghezza tappa: 22,45km

Dislivello in salita: 644 mt

Dislivello in discesa: 1198 mt

Altitudine max: 1114mt

Altitudine min: 198 mt

Tempo: circa 9 h compreso le soste

 

Tipo di fondo: sentieri in terra battuta, molto asfalto, sterrate, sentiero parzialmente con roccette e assistito da fune di acciaio, lungo sentiero con fondo pietroso in ripida pendenza,

Scarica la traccia della Quarta Tappa

Questa tappa, differentemente dalle aspettative si è presentata la più impegnativa fra tutte, tanto che, una volta arrivati alla fine al al B&B, abbiamo previsto di spezzare la successiva ritenendo impensabile fare 32 chilometri dopo questa tappa. Guardando l’altimetria, ci siamo illusi che, una volta raggiunto Monte Gazzaro e discesi al Passo dell’Osteria bruciata, tratto che sapevamo essere impegnativo per discesa su roccette e ripido sentiero assistito da fune di acciaio, il resto sarebbe stato una tranquilla discesa verso San Piero. Cosa più sbagliata non potevamo prevedere. Salire a Monte Gazzaro non è stato  tanto impegnativo: siepi di lamponi fiancheggiano il sentiero e di questi ne abbiamo fatto una scorpacciata, cosa che ci ha rallentato piacevolmente il cammino. Siamo arriva all’anticima dove è posta anche qui una Croce col libro delle vette. Saliti sulla cima, quando si è cominciati a scendere il sentiero si è fatto molto ripido ed esposto con alcuni tratti su rocette. Qui sono state messe funi d’acciaio per aiutare la discesa.  In caso di pioggia il sentiero potrebbe diventare insidioso, conviene evitare la cima prendendo la deviazione a destra, prima della salita che porta al Passo dell’Osteria Bruciata aggirando Monte Gazzaro..

Arrivati poi al Passo dell’Osteria Bruciata abbiamo fatto rifornimento di acqua seguendo una deviazione che la indicava a 10 minuti.  Ripreso il cammino, tutto il resto del percorso fino a San Piero sono stati chilometri fitti di sentiero con tratti in ripida discesa e fondo pietroso e poi prima una sterrata e poi ancora chilometri e chilometri di asfalto. Un massacro per i piedi.  Quando si giunge sulla strada che porta a San Piero a Sieve si trovano due punti d’acqua; il primo è una fontana a fianco ad una casa privata sulla sinistra, il secondo una fontana in prossimità del cimitero sempre sulla sinistra.

 

Quinta tappa: San Piero a Sieve – Firenze

Il temporale incombe su Fiesole

Grado di difficoltà: Impegnativo

Lunghezza tappa: 32 km

Dislivello in salita: 1222 mt

Dislivello in discesa: 1140 mt

Altitudine max: 806 mt

Altitudine min: 205 mt

Tempo: circa 11,30 h compreso le soste

 

Tipo di fondo: sentieri in terra battuta, brevi sterrate pietrose, sterrate, cavedagne, asfalto e percorso urbano

Scarica la traccia della Quinta Tappa

Questa tappa, che avevamo pensato di spezzare col timore di non riuscire a completarla, alla fine è stata si impegnativa per la lunghezza, ma tutto sommato fattibile per un fondo sufficientemente facile da percorrere cosi l’abbiamo completata in una unica tirata.

Partiti da San Piero a Sieve, siamo saliti verso Trebbio su sterrata. Qui abbiamo trovato un bel pozzo con acqua. Poi, proseguendo, ne abbiamo incontrati altri 3 nel giro di poco. Continuando per sterrata abbiamo poi preso il sentiero che in salita ci ha portato alla Badia del Buonsollazzo e poi a Monte Senario dove c’è un antico Monastero. Qui ci siamo fermati per il pranzo con un temporale che ci stava minacciando da tempo senza però scaricarsi su di noi.  A Monte Senario  abbiamo la possibilità di rifornirci di acqua e, quando lo si trova aperto, servirci di un Bar.

Per chi volesse spezzare questa tappa a 10 minuti dopo Monte Senario c’è una famiglia che ospita a casa propria.  Si chiamano Ospitalieri Via Degli Dei e li si può contattare su f.b sono gentilissimi e molto disponibili.

Siamo scesi dal Monastero per un bel sentiero a volte alternato da pietraie che ci ha portato su una cavedagna percorrendo la quale si iniziava già a vedere sullo sfondo Fiesole e Firenze. Di fronte a noi si innalzava  la collina del Pratone sulla quale siamo saliti non senza fatica. Dal Pratone ci siamo solo potuti immaginare quanto bello potrebbe essere il panorama verso Fiesole e Firenze in condizioni meteo migliori, ma nuvole minacciose e tuoni in lontananza  che si avvicinavano facevano presagire il peggio. Il Pratone è sicuramente un altro posto da prediligere per passare la notte in bivacco (con bel tempo) in quanto si può immaginare il panorama al tramonto o in notturna su Fiesole e  Firenze.

Scesi dal Pratone siamo giunti a Fiesole dove abbiamo fatto una breve sosta. La tentazione di prendere il bus 7 è stata forte, ma abbiamo resistito. Rimesso lo zaino in spalla abbiamo preso la Via Fiesole Vecchia che in breve ci ha portato alla periferia di Firenze lungo una strettissima stradina.

A questo punto abbiamo deciso di prendere il bus 7 in quanto, sia per ragioni logistiche: il treno per Bologna lo avevamo nel giro di un’ora; sia per ragioni di opportunità: percorrere a piedi qualche chilometro di periferia urbana non avrebbe aggiunto nulla alla nostra impresa; così giunti in centro ci siamo portati a Piazza Duomo per la foto di rito e poi in stazione per tornare a casa.